Abstract presentato al convegno di Roma “Mito e Realtà” Dicembre 2011.
Si presentano le slide presentate da Simone Bruschetta ed elaborate con Raffaele Barone.
L’intervento intende riprendere il lavoro clinico individuando nella relazione individuo-contesto la sede privilegiata dell’intervento terapeutico: attraverso le seguenti coordinate metodologiche:
· la Partecipazione alla comunità locale attraverso la comunità terapeutica
· la comunità terapeutica come luogo che favorisce l’inclusione sociale
· la comunità locale come rete vitale di interconnessione e valorizzazione delle risorse personali e sociali
Il lavoro terapeutico con i paziente si fonda così su:
· la co-costruzione del progetto terapeutico personalizzato attraverso metodologie gruppali-comunitarie (Gruppo Analitico Vitale e Opertivo)
· la cura delle parti sofferenti e riconoscimento-valorizzazione-sviluppo delle parti sane del paziente e emersione della virtualità sana dalla sua personalità in sincronia con la modificazione dell’organizzazione familiare (Gruppi di Psicoanalisi MultiFamiliare)
· il riconoscimento e legittimazione della responsabilità del paziente sulla propria vita (malattia, guarigione, stili e qualità di vita, scelte …) – Gruppi Allargati e Intermedi
· l’ empowerment dei pazienti e dei familiari (sviluppare il Capitale Sociale)
Gli operatori della comunità terapeutica svolgono quindi un “lavoro intermedio”:
· di sostegno allo spazio relazionale intermedio tra i legami istituzionali e i legami sociali
· di cura come attivazione di processo trasformativo del pensiero sui legami forti (famiglie e istituzioni sanitarie)
· con le famiglie nelle comunità terapeutiche come processo di de-istituzionalizzazione e de-familiarizzazione delle istituzioni
· nella comunità locale come processo di attivazione e sviluppo di legami deboli (iniezioni di cellule staminali nelle reti di relazioni sociali dei pazienti)
Il lavoro nella comunità terapeutica va quindi inteso come lavoro di sostegno all’abitare. Attraverso il quale sviluppare processi di partecipazione alla vita domestica intesi come formazione alla partecipazione alla vita sociale. Lavorare per la separazione (dimissioni) attraverso lo sviluppo di un pensiero sulle possibilità di abitare i contesti della comunità locale, rappresenta una necessità sin dall’accoglienza; costruire cioè “legami che slegano”. Ciò porta a lavorare sull’in-futura-azione delle scelte/desideri sulla domiciliarità possibile: ritornare nel proprio domicilio, rimanere in famiglia, abitare i propri contesti d’origine, la residenzialità più o meno protetta e/o sostenuta, i gruppi appartamento, appartamenti supportati, ecc. ecc.
La Carta di Rete, rappresenta uno strumento fondamentale per il monitoraggio e l’attivazione di specifici processi terapeutici. Il processo di cura è soprattutto un lavoro sulla rete delle relazioni da valutare attraverso la somministrazione delle carte di rete personale, lavorativa e territoriale
1. Carta di Rete Personale come mentalizzazione dei legami del paziente (familiari, transferali, sociali)
2. Carta di Rete Lavorativa come elaborazione dei legami istituzionali degli operatori (con i colleghi, i pazienti, familiari, committenza, agenzie locali …)
3. Il Disegno Simbolico dello Spazio di Vita Territoriale come visualizzazione dei processi sociali di partecipazione alle dinamiche psico-socio-economiche delle comunità locali.
La comunità terapeutica va intesa come s/nodo fondamentale della comunità locale, in quanto rappresenta un agente di sviluppo della cultura locale (stigma, inclusione, prevenzione e promozione della salute mentale di comunità), che permette:
· l’attivazione di una cultura del lavoro di rete al servizio dello sviluppo delle agenzie della comunità locale e dei processi di convivenza civile della popolazione (di cui il paziente e gli operatori fanno parte)
· lo sviluppo del Capitale Sociale (della comunità terapeutica e della comunità locale) promuovendo gruppalità e progettualità sociale al servizio delle innovazioni terapeutiche e culturali.
· la cura delle Relazioni Individuo-Contesto
Una comunità è quindi terapeutica nella misura in cui:
· promuove e sviluppa le competenze-risorse-possibilità (capabilities) del paziente e dell’operatore
· partecipa attivamente e progettualmente ai processi e alle dinamiche psico-socio-economiche locali
· sviluppa la capacità dei contesti di sostenere i processi di guarigione dei pazienti.
I fattori terapeutici aspecifici vanno quindi intesi come fattori fondamentali della terapeuticità della CT:
Sviluppare empatia, fiducia, speranza, ascolto e capacità relazionali, per credere nella guarigione.
Bibliografia:
Barone R., Bellia V., Bruschetta S. (2010), Psicoterapia di Comunità. FrancoAngeli, Milano.
Barone R., Bruschetta S., Giunta S. (2010), Gruppoanalisi e Comunità Terapeutica. FrancoAngeli, Milano.