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La contraddizione del banchiere centrale

Creato il 19 novembre 2014 da Keynesblog @keynesblog

bankitalia

E’ molto interessante il resoconto del Sole 24 Ore sull’intervento di Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia. Rossi ha evidenziato il fatto che l’euro è una moneta senza stato e che quindi è complicato tenere insieme la politica monetaria con quella fiscale.

Inoltre secondo Rossi «L’area dell’euro è sull’orlo della deflazione», eventualità che veniva negata fino a pochi mesi fa e che non è stata neppure considerata negli stress test della BCE. Solo 2 paesi su 18, spiega Rossi hanno un’inflazione superiore all”1% che è comunque la metà dell’obiettivo della BCE. Questo «fa salire i tassi di interesse reali, quindi scoraggia gli investimenti delle imprese e deprime la domanda di credito».

Debt deflation spiegata in due parole:

«Una inflazione che scende fino a rasentare la deflazione – ha sottolineato Rossi – ha conseguenze particolarmente gravi nell’area dell’euro oggi: ostacola il deleveraging [disindebitamento, ndr] nei paesi con elevato debito pubblico o privato; rallenta il riaggiustamento dei prezzi relativi tra i paesi dell’area, quindi il recupero della competitività e l’eliminazione degli squilibri esterni dove necessario». La credibilità »della banca centrale nel cogliere l’obiettivo della stabilità dei prezzi è chiamata in causa», ha osservato ancora Rossi, ricordando le misure già varate dalla Bce e l’impegno unanime del direttivo a ricorrere anche ad ulteriori strumenti per centrare i suoi obiettivi.

Fin qui, nulla quaestio. Ma Rossi ha sollecitato i paesi meridionali a spingere l’acceleratore delle riforme strutturali:

le riforme «sono fondamentali per due motivi: il primo è che sono l’unico modo per sbloccare i meccanismi inceppati dello sviluppo economico; il secondo, altrettanto importante, è che esse riducano la diffidenza reciproca fra nazioni», ha detto Salvatore Rossi. «Se quella diffidenza dovesse mettere radici – ha ammonito Rossi – l’intera costruzione europea sarebbe messa a repentaglio».

Il problema è che le riforme strutturali, ammesso che riducano la “diffidenza tra paesi” (ma in che modo? cancellare l’articolo 18 ci fa diventare simpatici ai tedeschi?) hanno effetti deflattivi. Se non li avessero, non si potrebbero ridurre i differenziali tra Nord e Sud Europa o meglio “centro” e “periferia”. Ecco quindi la contraddizione. Rossi vede il pericolo della deflazione, ma sollecita misure per aggravarla.

Rossi dovrebbe leggere quello che ha detto il governatore della Banca del Giappone e ricordare quello che dice la teoria economica. Quella mainstream, mica gli eterodossi che stanno simpatici a noi.

Sarebbe però ingenuo credere che Rossi non si renda conto di tutto ciò. La “pentola a pressione” dell’euro ci sta cucinando ben bene e i banchieri centrali sembrano avere tutte le intenzioni di continuare.


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