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La conversazione dello sciacquone

Creato il 17 ottobre 2011 da Paz83

La conversazione dello sciacquoneIn rete parliamo di tutto ma non parliamo di niente. Tutto entra nei flussi, ma poco vi rimane per essere approfondito, dibattuto e sviscerato con cognizione di causa. Il confronto spesso si brucia nell’attimo scioccante quanto suggestivo da lancio d’Ansa che aggrega per empatia emotiva decine e decine di discussioni, commenti, indignazioni che poi svaniscono (salvo rare eccezioni) come la cacca nella tazza del cesso quando tiri lo sciacquone, lasciandola pronta per essere nuovamente riempita con l’ ondata successiva. Chi vi scrive si pone certamente nel mucchio, senza nemmeno osare un tentativo di giustificazione o mea culpa. Se in questi anni una cosa è apparsa chiara è che la rete a suo modo può essere un valido strumento di divulgazione e aplificazione della vox populi. Quello che invece manca, spesso, è la volontà di presidiare,  mantenere viva questa voce. Costa fatica, coerenza, impegno, volontà. Tutte cose che nell’iperconnesso e veloce mondo d’oggi richiedono ancora più impegno. E la dannazione di voler essere sempre sul pezzo, qualunque esso sia a tutti i costi finisce inevitabilmente per disperdere tutto. Un peccato, come essere su di una Ferrari e accendere il motore portandolo al massimo, solo per inebriarsi del rombo che produce, intuizione della sua potenza, ma senza poi lanciarla lungo una strada a sprigionare tutto il suo potenziale, perché poi c’è il pieno da fare, la carrozzeria si sporca, la meccanica si usura e poi magari qualcuno te la coccia e se si graffia son dolori, e allora basta farle prendere un po’ d’aria e retromarcia nuovamente nel garage. Che l’importante è che la gente ci noti, senta il rumore, magari ci invidii, affacciandosi alla finestra, per un secondo solo, che poi c’è da buttar giù la pasta per il pranzo della domenica, ma non importa perché quel secondo per noi è più che sufficiente. Scrivo questo dopo aver letto oggi Eclipsed su tumblr che si chiedeva: e L’Aquila? Come vanno le cose? Cosa succede? Già, poi dell’Aquila (ad esempio, vi ricordate il rumore, la sfilza di post indignati etc?). Mi ero praticamente dimenticato, e quasi nessuno ne ha più parlato, eppure stava ancora lì, a pezzi. Ma come questo ci sono altri temi, di varia natura diversa ma comunque importanti, che avrebbero meritato un presidio coerente e invece niente. Ogni tanto saltano fuori, ma spesso soltanto sull’onda (sempre emotiva) di un nuovo scandalo, o di qualche altro fatto che finisce per creare un link temporaneo alla “memoria”. Ho citato l’Abruzzo perché in fondo è uno dei più eclatanti, ma ce ne sono altri. Dall’Agenda Digitale, banda larga, al decreto Ammazza Blog, che poi qui la questione è più ampia, e comunque se non fosse stato per Wikipedia hai voglia… E, vedremo, anzi, ci dimenticheremo pure del 99%, dell’indignazione, del perché e del per come della protesta, almeno fino a quando una scritta rossa sul sito dell’Ansa non ci dirà che due individui incappucciati hanno sequestrato una statua di Padre Pio per portarla ai baracconi.

Lo ripeto e concludo: peccato, perché si spreca spesso un potenziale.

Questa la mia opinione, ovviamente opinabile.


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