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La corda tesa di Papandreu

Da Astrofinanza

Dopo le illusioni rialziste dei primi giorni della scorsa settimana, sono tornate a farsi pesanti le perplessità dei mercati sulle strategie di uscita dalla crisi dell'euro che le autorità europee intendono attuare. Venerdì è venuta a galla la difficoltà della Grecia a rispettare la tabella di marcia (in verità una autentica marcia forzata) che l'UE ha imposto per concedere tutti i 110 miliardi di aiuti. Le Borse si sono spaventate perché hanno fiutato aria di nuove manovre ed hanno anche percepito l'ira degli indignati greci, stufi di versare sempre nuove lacrime mentre l'asticella da superare pare spostarsi sempre più in alto.
Cominciano ad essere molti quelli che, a ragione, sostengono che, per il popolo greco, la dichiarazione di insolvenza e l'uscita dall'euro darebbe certamente un duro colpo alle loro condizioni di vita, ma sempre meno di questo stillicidio di sacrifici senza fine e senza nessuna possibilità di invertire la spirale del debito.
Papandreu nel week-end ha dovuto ammettere che quest'anno mancherà l'impegno preso sul rapporto deficit/PIL e che la recessione peggiorerà ulteriormente. Per avere la tranche da 8 miliardi di euro di aiuti si è perciò impegnato con la Troika a tagliare ben 30.000 posti di lavoro nel pubblico impiego, portando così nuovi argomenti di protesta ai suoi sempre più numerosi oppositori, che assediano le piazze di Atene da parecchio tempo.
Proprio per i timori sulla Grecia le principali borse mondiali hanno aperto la prima seduta del mese di ottobre così come avevano chiuso il mese di settembre, cioè all'insegna delle vendite.
SP500 oggi ha nuovamente testato il bordo inferiore di quell'estenuante congestione laterale che sta sviluppando da quasi due mesi, cioè dal termine dell'impulso ribassista di fine luglio-inizio agosto.
Tale congestione si caratterizza per forte volatilità delle barre giornaliere, ma assoluta mancanza di direzionalità, dato che i suoi estremi, cioè il supporto di area 1.120 e la resistenza di area 1.220 sono già stati testati complessivamente 10 volte.
Tutto questo nervosismo dovrebbe provocare l'ennesimo rimbalzo, dato che alle 16, con l'indice adagiato sul supporto, sono arrivati due dati macroeconomici assai positivi: l'indice ISM manifatturiero e le spese per costruzioni, entrambi in crescita e ben oltre le attese.
A meno che non sopraggiungano notizie greche particolarmente drammatiche, si prospetta perciò l'ennesima tenuta del supporto e la permanenza all'interno del trading range ancora per qualche giorno. Anche perchè uno sfondamento confermato di 1.120 aprirebbe le porte ad una nuova fase impulsiva ribassista che andrebbe questa volta a scontare il default della Grecia e la partenza dell'effetto "domino" sui bilanci delle principali banche. Il risultato dovrebbe essere l'arrivo abbastanza veloce sul successivo forte supporto di area 1.040 e, ovviamente, la formazione di nuovi minimi significativamente inferiori anche per gli indici europei.
Meglio il laterale, please.


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