Il colore rosso della corniola era considerato dagli Egizi simbolo di vita oltre la morte. Energia che rigenera il tempo.
Durante un incontro conviviale, lo splendido esemplare di calcedonio della foto, ha catturato la mia attenzione. La pietra incastonata nell'oro forgiato ad anello ornava con discrezione le mani della sua proprietaria, un'amica che ama circondarsi di cose belle e crede nelle proprietà terapeutiche delle pietre.
Non mi ha colpito tanto la superficie lucente e ovale della corniola, pur pregevole, quanto le incisioni che ne fanno un vero e proprio oggetto d'arte. Sulla faccia rossiccia che vira al marrone ecco comparire uno dei miti greci più conosciuti: la vita oltre la morte dei gemelli Castore e Pollùce frutto dell'amore tra il cigno Zeus e la regina Leda raffigurata in atteggiamento languido e leggiadro.
Scrive Wikipedia:
'Leda era l'affascinante regina di Sparta, figlia di Testio. Era stata sposa diTindaro re di Sparta, e da lui aveva avuto due figlie: Clitennestra, che fu poi moglie di Agamennone e di Egisto, ed Elena, per la cui bellezza avvenne la guerra di Troia. Zeus se ne innamorò e per poterla vedere scese dal cielo e raggiunse la vetta del monte Taigeto. Mentre Leda dormiva sulle sponde di un laghetto, fu svegliata dallo starnazzare delle ali di un candidissimo cigno; intorno c'era profumo d'ambrosia che la stordiva e il cignocol suo collo sinuoso amorosamente accarezzò il suo viso, i suoi capelli e le sue braccia. Era Zeus che per avvicinarla si tramutò in cigno e appena la giovane regina si svegliò, si fece riconoscere e le preannunciò che dal loro amore sarebbero nati due gemelli, i Diòscuri: Càstore, gran domatore di cavalli, e Pollùce, invincibile pugile. Tutti e due sarebbero stati a difesa del paese e guida dei marinai, che consideravano come segno della loro protezione il fuoco di Sant'Elmo. Siccome Càstore era mortale e Pollùce immortale, quest'ultimo voleva essere mortale per amore del fratello. Zeus, impietosito, stabilì che ognuno di essi abitasse un giorno, vivo, sull'Olimpo e il giorno dopo, morto, nell'Erebo, dandosi cosi il cambio.'
(Foto di Marisa Angelini)