La Corona della bassa retorica

Creato il 02 settembre 2010 da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Che brutta frase, quella di Mauro Corona che - intervenendo in merito agli scandali sulle leggi berlusconiane grazie alle quali Mondadori ha evitato di versare all’erario 165 milioni di euro - ha dichiarato di non aver nessuna intenzione di lasciare il gruppo editoriale del premier, giustificando la sua scelta con le seguenti parole: “"Come scrittore ho il cuore a sinistra e portafoglio a destra: devo pur mangiare" aggiungendo poi che “i problemi del Cavaliere con il fisco sono tutti cazzi suoi”.
Capisco che Corona, vivendo da sempre nei boschi, a contatto con stambecchi e muschio, deve avere un’idea relativa dello Stato, ma affermare che il mancato pagamento delle tasse sia una questione riguardante solo chi decide di evaderle è senza dubbio un’esternazione più da boscaiolo incolto che non da asceta intellettuale e trasgressivo.
Tengo a precisare che se, dopo aver segnato il mio esordio con la pubblicazione dei miei primi due racconti, Mondadori mi considerasse ancora come autore e mi pubblicasse, io farei la stessa identica scelta di Corona, e cioè non lascerei il colosso editoriale a causa delle recenti notizie. Ma resta il fatto che la motivazione data è urticante e offensiva per quei tanti suoi lettori (tra i quali ho il piacere di non annoverarmi) che invece versano regolarmente i loro tributi.
Le ragioni di uno scrittore per non lasciare Mondadori sono esattamente le stesse per le quali non rassegnano le dimissioni le segretarie dei medici che incassano parcelle astronomiche senza emettere regolare ricevuta, o i milioni di dipendenti di aziende che, nella loro quotidianità, vengono a conoscenza di loschi intrighi alla base dei fatturati in attivo.
La ragione principale per non lasciare Mondadori è che, in un paese come l’Italia, risulterebbe assai difficile trovare un business davvero pulito, davvero rispettoso di tutti i dettami dell’etica. In Italia è sporca persino la disoccupazione. E anche passando ad un’altra casa editrice (grande, media o minuscola che sia) l’autore continuerebbe ad avere ben poche certezze e garanzie sulla gestione della partita doppia, specie da quando il falso in bilancio è diventato una pratica contabile a norma di legge.
Insomma c’erano molte argomentazioni interessanti e intelligenti, per motivare la propria scelta, e da uno scrittore ci si aspetterebbe qualcosa di più delle stupide e irrispettose banalità sciorinate da Corona.
Avere “il cuore a sinistra e il portafogli a destra” (e magari l’anima con l’UDC e l’uccello apolitico, libero di volare ovunque capiti) è la più italiana e retorica delle posizioni, la stessa di chi sciorina luoghi comuni quali “io non sono razzista ma bisogna ammettere che i negri puzzano proprio” o “io ho tanti amici gay ma il matrimonio tra froci proprio mi disgusta”.
Tutto sommato, se proprio bisogna ascoltare le esternazioni di un Corona, come intellettuale parla in maniera più interessante e originale Fabrizio.


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