La corona di ferro è un film del 1941, scritto e diretto da Alessandro Blasetti. Blasetti è uno degli autori italiani più quotati del pre (ma anche del post) seconda guerra mondiale. Le opere di Blasetti, però, suscitarono spesso polemiche, per le posizioni mai troppo chiare del regista nei confronti del regime. Lo stesso Blasetti racconta che, alla fine della proiezione del film a Venezia, quel buontempone di Goebbels dichiarò che il regista di un film del genere, in Germania, sarebbe stato prontamente messo al muro. L’italico giudizio fu più clemente nei confronti della pellicola di Blasetti, e La Corona di Ferro venne premiato con la coppa Mussolini come il miglior film italiano del Festival.
Carlo Lizzani, nella sua monografia sul cinema italiano, scrive:
Pochi hanno appreso il messaggio di pace che Blasetti afferma fosse contenuto in “La corona di ferro”. E, comunque, coloro che lo hanno capito, hanno anhce capito che non poteva essere troppo pericoloso e rivoluzionario, così racchiuso nel guscio dell’avventura pagana e in quel pesante involucro calligrafico.
Pacifismo o no, “La corona di ferro” è un film estremamente gradevole, oltre a essere un esempio raro (se non unico) di storia di ambientazione fantastico-medioevale nel cinema italiano.
Il film prende il nome dall’artefatto attorno a cui ruota la vicenda. La corona di ferreo richiama chiaramente, anche nell’aspetto, la corona ferrea con cui per secoli furono incoronati i re d’Italia. Nella storia la corona è in viaggio dall’impero bizantino verso Roma, dove dovrà essere donata al papa. Lungo questo viaggio si inserisce il regno immaginario di Kindaor, dove il re Sedemondo, interpretato dall’ottimo Gino Cervi, ha usurpato il trono del fratello. Da questo evento si dipana una trama che attinge a piene mani dai miti, dalle fiabe e dalla letteratura-cinematografia fantastica moderna (i riferimenti a Tarzan sono fin troppo palesi). Il malvagio Sedemondo tenterà in ogni modo di sovvertire la profezia secondo la quale l’avvento della corona (che si inabissa nelle rocce in pieno stile Excalibur) è segno che qualcosa di malvagio è stato fatto nel regno, e soltanto dopo che il bene avrà trionfato l’artefatto potrà riprendere il suo viaggio. Non vi racconto altro, ma non aspettatevi grossi colpi di scena.
Gino Cervi è Re Sedemondo
Come detto, il film mescola molti elementi: l’avventura, il medioevo epico, un dose di erotismo decisamente elevata per l’epoca (si azzarda addirittura uno dei primi seni nudi del cinema italiano!). L’insieme è comunque armonico e ben costruito e il film è estremamente scorrevole e divertente, gradevole da vedere anche a distanza di settant’anni. “La corona di ferro” è decisamente originale rispetto ai classici peplum e “Maciste contro Ercole contro Dracula contro Hulk Hogan” che hanno dominato a lungo la scena del cinema fantastico italiano.
Nel complesso, è un film decisamente consigliato.