E' stato presentato ieri da parte dei Ministri dell'Interno, della Giustizia e della Funzione Pubblica il Rapporto sulla corruzione, a cura della Commissione per lo studio e l'elaborazione di misure per la prevenzione della corruzione. Per la prima volta, esponenti del Governo citano espressamente dati del Corruption Perception Index, realizzato da Transparency International, che ci classificano al 69° posto a livello mondiale, a conferma di una diffusa percezione di corruzione da parte dell'opinione pubblica. Ma anche in altre classifiche non facciamo una figura migliore: rispetto alla media Ocse, che è di 6.9, in un range da 1, massima corruzione, a 10, assenza di corruzione, l'Italia ottiene 3.9. Non meglio va con l'Excess Perceived Corruption Index, un progetto della Scuola superiore della pubblica amministrazione, che ci classifica al penultimo posto, prima della Grecia. E infine, per chiudere degnamente le classifiche, il Rating of control of corruption della Banca Mondiale ci pone agli ultimi posti in Europa, con un passaggio da 82 nel 2000 a 59 nel 2009, dove 100 è assenza di corruzione.
La corruzione, come è del tutto evidente, non è senza costi. Oltre a quelli diretti, forniti dalla Corte dei Conti, di circa 60 miliardi annui, che si ripercuotono in un aumento del costo delle grandi opere intorno al 40%, ve ne sono anche di indiretti e di sistemici: tra i primi vi sono le cattedrali nel deserto, ovvero opere perfettamente inutili, oppure i ritardi, si pensi per esempio alla Salerno-Reggio Calabria, e tra i secondi, la perdita di fiducia nelle istituzioni. Tutto questo, chiaramente, si ripercuote sulla crescita economica, e non solo. Analisi condotte sempre da Transparency International mostrano come i paesi con un livello di corruzione basso crescono a un tasso che è in media tre volte, nel breve periodo e due volte nel lungo periodo, quello dei paesi più corrotti. Anche l'investimento estero risente della presenza di un'elevata corruzione: ogni punto in meno nella classifica implica una riduzione del 16% negli investimenti. La Banca Mondiale ha stabilito, infine, che le aziende che hanno a che fare con un apparato burocratico corrotto crescono, in media, del 25% meno rispetto a quelle che hanno a che fare con un'amministrazione sana.
Due parole anche sull'andamento dei Dati Giudiziari:
- corruzione e concussione: nel 2009 vi sono stati 311 casi, nel 2010 i casi sono stati 223
- persone denunciate: nel 2009 sono state denunciate 1.821 persone, nel 2010 le persone denunciate sono state 1.226
- condanne: 341 nel 2007 e 295 nel 2008
Elenco documenti consultabili: Rapporto sulla corruzioni in Italia La corruzione in Italia: schede di sintesi (riassunto del corposo rapporto) Presentazione del Rapporto
Si deve ricordare, inoltre, che questi rapporti così dettagliati e precisi rischiano di restare lettera morta, pur nella volenterosa iniziativa del Governo, se poi i risultati sono quelli del recente ddl anticorruzione approvato in Senato e stigmatizzato dal CSM.L'Italia paga un ritardo abnorme nell'allinearsi agli standard dei paesi di riferimento e ha ragione Monti quando dice che scontiamo in termini di mancata crescita la piaga della corruzione. Ma i politici, spesso, alle parole non fanno seguire i fatti. Quello che doveva essere un rilancio del significato di politica e istituzioni rischia di essere un clamoroso autogol.
Per concludere. Nel rapporto vengono citate molte normative europee per combattere la corruzione. Tra queste si trovano anche questi Dieci principi per migliorare la lotta contra la corruzione nei paesi candidati e prossimi all'adesione. Io non credo che una ripassatina farà male a chi, come noi, ha già aderito da un pezzo, ma sembra aver scordato le regole.
1 Al fine di assicurare la credibilità, è fondamentale che i dirigenti ed i responsabili dei processi decisionali assumano una chiara posizione contro la corruzione. Atteso che non esiste una ricetta universale, è necessario elaborare ed attuare strategie o programmi anticorruzione nazionali, che includano misure di natura sia preventiva che repressiva. Dette strategie devono essere oggetto di un esteso processo di consultazione a tutti i livelli.
2 Gli Stati membri attuali e futuri dell’UE conformano pienamente le loro disposizioni all’acquis dell’UE e ratificano e mettono in atto tutti i principali strumenti anticorruzione ai quali hanno aderito (convenzioni delle N.U., del Consiglio d’Europa e dell’OCSE). I paesi terzi firmano, ratificano ed attuano i pertinenti strumenti internazionali di lotta contro la corruzione.
3 Le leggi anticorruzione sono importanti, ma più importante ancora è che siano attuate da organismi di lotta contro la corruzione competenti e visibili (cioè servizi specializzati e dotati di personale adeguatamente formato, ad esempio dei procuratori per la lotta alla corruzione). Occorre elaborare tecniche investigative, statistiche ed indicatori mirati. Il ruolo degli organismi di applicazione della legge deve essere rafforzato con riferimento non soltanto alla corruzione, ma anche alla frode, ai reati fiscali ed al riciclaggio di capitali illeciti.
4 Gli incarichi pubblici devono essere accessibili a tutti i cittadini. Le procedure d’assunzione e di promozione devono essere disciplinate da criteri basati sugli obiettivi e sul merito. Le remunerazioni ed i diritti sociali devono essere adeguati. I pubblici funzionari devono essere obbligati a rendere noto il patrimonio di cui dispongono. Gli incarichi di natura sensibile devono essere assunti a rotazione.
5 L’integrità, la responsabilità e la trasparenza dell’amministrazione pubblica (giustizia, polizia, dogane, amministrazione fiscale, settore sanitario, appalti pubblici) devono essere rafforzate facendo ricorso a strumenti di gestione della qualità ed a norme di controllo e di sorveglianza, quali il Quadro di riferimento comune per la valutazione del servizio pubblico da parte dei responsabili delle amministrazioni pubbliche dell’UE e la Risoluzione di Strasburgo. Una maggiore trasparenza è importante se si vuole instaurare un rapporto di fiducia tra cittadini ed amministrazione pubblica.
6 Devono essere adottati codici di condotta per il settore pubblico, la
cui applicazione deve essere soggetta a controllo.
7 Si devono introdurre chiare norme relative alla denuncia di presunte
irregolarità applicabili tanto al settore pubblico che al settore privato
(giacché la corruzione è un reato che non provoca direttamente delle
vittime che possano testimoniare e denunciare la pratica corruttiva).
8 Si deve promuovere la disapprovazione collettiva nei confronti degli
atti di corruzione con campagne di sensibilizzazione attraverso i mezzi
di comunicazione e con la formazione. Il messaggio centrale deve
essere che la corruzione non è un fenomeno tollerabile, bensì un reato.
La società civile ha un ruolo importante da svolgere nel prevenire e
combattere questo problema.
9 Devono essere introdotte norme chiare e trasparenti in materia di
finanziamento dei partiti e un controllo finanziario esterno dei partiti
politici per evitare collegamenti occulti tra i responsabili politici ed
interessi commerciali (illeciti). I partiti politici esercitano evidentemente
una forte influenza sugli organi responsabili dei processi decisionali, ma
sono spesso immuni dalla legislazione anticorruzione.
10 Si devono introdurre incentivi che inducano il settore privato ad
astenersi dal commettere atti di corruzione, quali i codici di condotta o
le “liste bianche” delle imprese integre.
Questo è il video della conferenza stampa di ieri.
image credit voices-against-corruption.ning.com