regime. Da Tangentopoli in poi la corruzione non è scomparsa, non è stata debellata. Basta pensare alle vicende Expo e Mose fino ai fatti degli ultimi giorni. Fatti che vedono coinvolto Ercole Incalza, nella sua veste di dirigente pubblico del Ministero delle Infrastrutture, e arrivano a lambire lo stesso Ministro Lupi ed altri esponenti del Governo Renzi oltre a diversi imprenditori. Addirittura, sembrerebbe, che i tre filoni di indagine possano intrecciarsi tra di loro. Di tutta la storia due sono le cose che mi colpiscono. La prima è che, come nel caso Expo anche nel caso Incalza i personaggi che tornano a galla sono gli stessi. La seconda è che il fenomeno corruttivo venuto a galla a partire dalla vicenda Expo non è inferiore a quanto emerso con le inchieste di “Mani pulite”. Allora mi domando per quale ragione all’epoca le inchieste determinarono un cambio di regime politico con la fine della c.d. Prima Repubblica ed oggi il sistema sembra invece uscirne rafforzato? Le ragioni sono tutte politiche. Le inchieste di “Mani pulite” sono state l’occasione creata ad arte dai media per determinare la fine di un sistema politico non più funzionale al sistema di relazioni internazionali, guidato dalla reazione del capitalismo finanziario, che si stava delineando. La c.d. “Repubblica dei partiti” è il prodotto degli equilibri geopolitici sanciti con la fine della Seconda Guerra Mondiale. Finito quel “Mondo” in Italia viene meno anche il sistema politico che riconosceva nell’equilibrio tra Pci e Dc l’espressione degli equilibri internazionali. La stagione di “Tangentopoli” o, se si preferisce, di “Mani pulite” è la Shock terapy, per citare Naomi Klein, adottata in Italia per porre fine allo Stato democratico, parlamentare , keynesiano e sociale delineato dalla Carta Costituzionale. La fine della “Repubblica dei partiti” non ha nulla a che vedere con la volontà di modernizzare il sistema politico italiano o di rendere l’Italia un “Paese normale”. Queste motivazioni attengono la sovrastruttura ideologica che ha giustificato di fronte all’opinione pubblica il passaggio da un regime Democratico ad uno Liberale. La corruzione come strumento di finanziamento della politica non è cessato con Tangentopoli come dimostrano i fatti di corruttela che si stanno succedendo. La corruzione è il principale strumento di conservazione del sistema oligarchico non più governato da una politica autonoma e indipendente. Le risorse finanziarie un tempo utilizzate per finanziare i partiti politici che bloccavano la vittoria Comunista sono servite a finanziare movimenti politici Liberali, localisti e nazionalisti che avevano come unico fine quello di abbattere il sistema politico e sociale uscito dalla Resistenza. Con la fine della “Repubblica dei partiti” si è avviato l’assalto alla diligenza del patrimonio dello Stato italiano fatto di imprese, per la maggior parte fiore all’occhiello del nostro sistema industriale. Le privatizzazioni come il ridimensionamento degli strumenti di partecipazione politica, le politiche di bilancio finalizzate a ridurre la spesa pubblica, la mercatizzazione dei servizi e dei beni d’interesse pubblico, sono stati gli obiettivi che le oligarchie hanno perseguito mascherando il tutto con la balla della lotta alla corruzione. Tangentopoli è stato lo strumento utilizzato dalle oligarchie nazionali per riposizionarsi rispetto ai mutati equilibri internazionali per questo allora abbiamo avuto il crollo di un sistema politico e invece oggi con le attuali inchieste giudiziarie il sistema liberale ed oligarchico si rafforza.
La corruzione, un cancro che prescinde da ogni sistema politico.
Creato il 20 marzo 2015 da Freeskipperregime. Da Tangentopoli in poi la corruzione non è scomparsa, non è stata debellata. Basta pensare alle vicende Expo e Mose fino ai fatti degli ultimi giorni. Fatti che vedono coinvolto Ercole Incalza, nella sua veste di dirigente pubblico del Ministero delle Infrastrutture, e arrivano a lambire lo stesso Ministro Lupi ed altri esponenti del Governo Renzi oltre a diversi imprenditori. Addirittura, sembrerebbe, che i tre filoni di indagine possano intrecciarsi tra di loro. Di tutta la storia due sono le cose che mi colpiscono. La prima è che, come nel caso Expo anche nel caso Incalza i personaggi che tornano a galla sono gli stessi. La seconda è che il fenomeno corruttivo venuto a galla a partire dalla vicenda Expo non è inferiore a quanto emerso con le inchieste di “Mani pulite”. Allora mi domando per quale ragione all’epoca le inchieste determinarono un cambio di regime politico con la fine della c.d. Prima Repubblica ed oggi il sistema sembra invece uscirne rafforzato? Le ragioni sono tutte politiche. Le inchieste di “Mani pulite” sono state l’occasione creata ad arte dai media per determinare la fine di un sistema politico non più funzionale al sistema di relazioni internazionali, guidato dalla reazione del capitalismo finanziario, che si stava delineando. La c.d. “Repubblica dei partiti” è il prodotto degli equilibri geopolitici sanciti con la fine della Seconda Guerra Mondiale. Finito quel “Mondo” in Italia viene meno anche il sistema politico che riconosceva nell’equilibrio tra Pci e Dc l’espressione degli equilibri internazionali. La stagione di “Tangentopoli” o, se si preferisce, di “Mani pulite” è la Shock terapy, per citare Naomi Klein, adottata in Italia per porre fine allo Stato democratico, parlamentare , keynesiano e sociale delineato dalla Carta Costituzionale. La fine della “Repubblica dei partiti” non ha nulla a che vedere con la volontà di modernizzare il sistema politico italiano o di rendere l’Italia un “Paese normale”. Queste motivazioni attengono la sovrastruttura ideologica che ha giustificato di fronte all’opinione pubblica il passaggio da un regime Democratico ad uno Liberale. La corruzione come strumento di finanziamento della politica non è cessato con Tangentopoli come dimostrano i fatti di corruttela che si stanno succedendo. La corruzione è il principale strumento di conservazione del sistema oligarchico non più governato da una politica autonoma e indipendente. Le risorse finanziarie un tempo utilizzate per finanziare i partiti politici che bloccavano la vittoria Comunista sono servite a finanziare movimenti politici Liberali, localisti e nazionalisti che avevano come unico fine quello di abbattere il sistema politico e sociale uscito dalla Resistenza. Con la fine della “Repubblica dei partiti” si è avviato l’assalto alla diligenza del patrimonio dello Stato italiano fatto di imprese, per la maggior parte fiore all’occhiello del nostro sistema industriale. Le privatizzazioni come il ridimensionamento degli strumenti di partecipazione politica, le politiche di bilancio finalizzate a ridurre la spesa pubblica, la mercatizzazione dei servizi e dei beni d’interesse pubblico, sono stati gli obiettivi che le oligarchie hanno perseguito mascherando il tutto con la balla della lotta alla corruzione. Tangentopoli è stato lo strumento utilizzato dalle oligarchie nazionali per riposizionarsi rispetto ai mutati equilibri internazionali per questo allora abbiamo avuto il crollo di un sistema politico e invece oggi con le attuali inchieste giudiziarie il sistema liberale ed oligarchico si rafforza.
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