Dobbiamo fare distinzione tra il vizio, che è un comportamento deliberatamente messo in atto, e malattia, che invece è una condizione che il soggetto subisce e che lo priva di qualcosa (della salute in primo luogo).
Dobbiamo, inoltre, chiarire per cominciare, la netta distinzione tra giocatori d’azzardo e giocatori patologici.
Per moltissime persone giovani e meno giovani, infatti, numerosi giochi d’azzardo tra quelli elencati, nell’articolo precedente, sono piacevoli passatempi, per alcuni casi sono occasionali e in altri invece abituali, ma anche in quest’ultimo caso non significa che il gioco sia necessariamente patologico, dal momento che non è la quantità il fattore discriminante del problema, come anticipato sopra.
Infatti, il giocatore compulsivo, si pone lungo un continuum, calcando diverse tappe spesso simili tra loro che vanno dal gioco occasionale, al gioco abituale, al gioco a rischio fino al gioco compulsivo. Quindi, il gioco d’azzardo patologico si configura come un problema caratterizzato da una graduale perdita della capacità di autolimitare il proprio comportamento di gioco, che alla fine assorbe sempre più tempo quotidiano, creando molti problemi secondari gravi che coinvolgono diversi ambiti e abitudini, sconvolgendo la vita del soggetto e dei suoi cari.
Lungo il continuum tra gioco d’azzardo ricreativo e gioco patologico, in relazione alle motivazioni che sembrano determinare e accompagnare il gioco d’azzardo, sono state distinte le seguenti tipologie di giocatori (Alonso Fernandez F., 1996, Dickerson M., 1993):
- il giocatore sociale che è mosso dalla partecipazione ricreativa, considera il gioco come un’occasione per socializzare e divertirsi e sa governare i propri impulsi distruttivi;
- il giocatore problematico in cui, pur non essendo presente ancora una vera e propria patologia attiva, esistono dei problemi sociali da cui sfugge o a cui cerca soluzione attraverso il gioco;
- il giocatore patologico in cui la dimensione del gioco è ribaltata in un comportamento distruttivo che è alimentato da altre serie problematiche psichiche;
- il giocatore patologico impulsivo/dipendente in cui i gravi sintomi che sottolineano il rapporto patologico con il gioco d’azzardo sono talvolta più centrati sull’impulsività e altre volte sulla dipendenza.
Dobbiamo ancora sottolineare che: il gioco d’Azzardo Patologico (GAP) è una malattia mentale che è stata classificata dall’Associazione Psichiatrica Americana (APA American Psychiatric Association) all’interno dei “Disturbi del controllo degli impulsi” e che ha grande affinità con il gruppo dei Disturbi Ossessivo-Compulsivi (DOC) e soprattutto con i comportamenti d’abuso e le dipendenze.
Il sistema classificativo DSM (Manuale Statistico-Diagnostico) nella sua IV versione (DSM-IV; 1994) propone i seguenti criteri diagnostici e la seguente definizione:
“Mostrate un persistente e ricorrente comportamento di gioco d’azzardo disadattivo, in cui il bisogno di giocare è incontrollabile e vi riconoscete in almeno 5 delle situazioni elencate di seguito:
1 Siete completamente assorbiti dal gioco d’azzardo (rivivete esperienze di gioco del passato, soppesate o programmate la prossima avventura, pensate senza sosta a come ottenere il denaro per giocare).
2 Dovete aumentare costantemente le puntate per arrivare allo stesso livello di eccitazione.
3 Non riuscite in alcun modo a controllare, diminuire o interrompere le giocate.
4 Vi sentite irrequieti e irritabili se cercate di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo.
5 Giocare è un modo di fuggire dai problemi, dal senso di colpa, dall’ansia o dalla depressione.
6 “Rincorrete le perdite” (per esempio raddoppiate le puntate per vincere tutto in una volta e rifarvi delle perdite).
7 Mentite ai familiari, al terapeuta e ad altri per occultare l’entità del vostro coinvolgimento nel gioco.
8 Avete commesso azioni illegali (falsificazione, frode, furto, appropriazione indebita) per finanziare le giocate.
9 Avete rischiato o perso una relazione significativa, il lavoro, opportunità di studio o di carriera a causa del gioco.
10 Fate affidamento su altri per reperire il denaro con cui sanare una situazione finanziaria disperata a causa del gioco.
Tutto è un comportamento volontario, che può essere controllato o interrotto da una persona che, tuttavia, lo mette in atto con volontà e consapevolezza.
Occorre sottolineare che vi è la nozione di “dipendenza da gioco”, ossia disturbo primario del gioco , noto anche come “compulsive gambling” o “ludopatia morbosa compulsiva”.
Nella “ludomania” invece spesso esistono dei problemi psicologici o psichiatrici che sono conseguenza del circolo vizioso del gioco.
Quindi, il gioco d’azzardo può divenire una vera e propria dipendenza con tutte le caratteristiche vere e proprie di essa, come il bisogno di aumentare la quantità di gioco, sintomi di astinenza , come malessere legato ad ansietà, insonnia, irritabilità, ect, associati a problemi vegetativi o a comportamenti criminali impulsivi e sintomi di perdita di controllo manifestati attraverso incapacità di smettere di giocare.
Infatti, a livello psicologico si assiste al repentino passaggio da stati di euforia a stati di depressione, e ad un bisogno quasi fisiologico di giocare. Questo tipo di dipendenza, come tutte le altre, non va sottovalutata perché può peggiorare e compromettere seriamente salute e qualità della vita.
Infatti, l’organismo rilascia endorfine e le sensazioni a livello neuronale sono in tutto e per tutto simili a quelle provocate da sostanze stupefacenti e dall’alcool.
Questo fenomeno sta dilagando e divenendo sempre più serio, anche a causa della facilità con la quale chi soffre di questo disturbo può procurarsi ‘la sua dose quotidiana di gioco “. Esso, ormai, non fa distinzione di età, sesso e classe sociale, quindi, tutti possono esserne colpiti.
Anche da questa forma di dipendenza si può guarire, ma per questa facile espansione gli esperti chiedono a gran voce il soccorso delle istituzioni e l’avvio di una legislazione che gestisca e controlli questo fenomeno.