Il simpatico perditempo Michael Newdow, l’ateo che da circa 10 anni sta conducendo una guerra personale contro i simboli e i motti religiosi nella società americana, ci ha provato ancora. E ovviamente ancora una volta gli è andata male.
L’ultima volta aveva tentato di far togliere il motto “In God We Trust” (“noi confidiamo in Dio“) presente su tutte le banconote e monete americane, ma la Corte Suprema degli Stati Uniti non nemmeno voluto ascoltare il ricorso in appello (cfr. Ultimissima 21/3/11). Questa volta ha tentato con il Pledge of Allegiance, il giuramento di fedeltà agli Stati Uniti e alla bandiera nazionale, il quale contiene le parole “under God“, che sembrano creare gravi problemi psicologici a lui e agli atei che rappresenta.
La Ninth Circuit della California aveva già confermato la costituzionalità del Pledge nel marzo 2010 e in questi giorni la Corte Suprema ha rifiutato di esaminare il ricorso di Newdow. Carl A. Anderson, dell’associazione Knights of Columbus ha dichiarato: «Le parole “under God” esprimono una convinzione fondamentale che abbiamo come nazione dal momento della nostra fondazione. L’idea che questo violi in qualche modo il primo emendamento è stato sonoramente respinto dalla First e Ninth Circuit Courts of Appeal, e dalla Corte Suprema. Si tratta di una vittoria del buon senso».
Ricordiamo che Newdow è un attivo ministro della Universal Life Church, un’associazione ateo-religiosa americana.