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La cortina verde: ovvero, dove una volta c'era la cortina di ferro
Creato il 29 marzo 2014 da PasudestUn viaggio da Lubecca a Trieste lungo quella che un tempo, e per molto tempo, fu la “cortina di ferro” che divise in due l’Europa, separò gli europei e fu la linea del fronte della guerra fredda. A compiere questo viaggio, 25 anni dopo la caduta del muro di Berlino, un giornalista e un fotografo: Matteo Tacconi, che per varie testate da anni segue i Balcani, l’Europa centrale e l’area post-sovietica e coordina Rassegna Est, portale dedicato all’Europa emergente, e Ignacio Maria Coccia, che ha dedicato molta attenzione all’Europa dell’est e al tema delle frontiere e delle periferie continentali.
Fino al 1989, per circa 2000 chilometri, dal Baltico all'Adriatico, sorgevano reticolati, dogane e torrette d’avvistamento e c’erano gendarmi armati che sorvegliavano il confine. Oggi molte cose sono cambiate: non c’è più il comunismo, l’Unione Europea si è allargata a est, il divario economico tra le due Europe va progressivamente riducendosi e le persone possono circolare liberamente attraverso le frontiere. Lungo la ex cortina di ferro a cavallo tra confini scomparsi (come quello tra le due Germanie) e altri che esistono ancora ma nel frattempo si sono aperti, corre una spina dorsale di parchi, riserve e aree protette: una “cortina verde”.
L’origine di questa area protetta, larga qualche chilometro, è dovuta al fatto che durante la guerra fredda nessuno costruiva lungo la frontiera, né da una parte, né dall’altra. Nella “terra di nessuno”, che fungeva da cuscinetto psicologico tra paesi e sistemi rivali, la natura ha potuto così prosperare indisturbata, dando vita a uno dei più suggestivi paradossi dell’Europa: la nascita involontaria di un’oasi ecologica, sviluppatasi in anni di serrato confronto politico, sociale, economico, culturale e militare tra il blocco occidentale e quello sovietico.
Matteo Tacconi presenta il viaggio a Radio Radicale
L’obiettivo del viaggio è quello di seguire palmo a palmo la linea dell’ex cortina di ferro, ma con lo sguardo e il passo ancorati al presente: non un racconto all’insegna del “come era” una volta, dunque, ma una storia fatta di tante storie di confine che sappia narrare il “come è” oggi. Attraverso i parchi naturali, la vita di frontiera, i rapporti tra le cittadini dell’una e dell’altra parte dei confini, il viaggio diventa allora un itinerario alla ricerca del senso dell’Europa.
Il progetto, reso possibile dal contributo, economico o logistico, di Moroni & Partners, gruppo di Ancona leader internazionale nel campo delle rinnovabili, di Ampelmann, celebre azienda tedesca che ha fatto dell’”omino dei semafori” dell’ex Ddr un logo commerciale di fama mondiale, dell’Ente nazionale germanico per il turismo e di Austria turismo, vede come media partner Huffington Post e Radio Radicale che segue il viaggio attraverso la rubrica Passaggio a Sud Est.
Il sito ufficiale del viaggio
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