Sono oramai molti anni che circolano sulla rete le famose “Venti domande da porre agli evoluzionisti“, scritte da un ormai noto colonnello in pensione di Kansas City di nome Walter Brown. Egli sembra portare avanti una esplicita guerra alla scienza, a Darwin e le sue teorie in particolare, avendo scritto un libro in cui tenta di dimostrare, tramite un pensiero “diversamente scientifico” la verità letterale di ogni singolo passo della Bibbia, a partire dal racconto del diluvio universale. La curiosissima teoria fantageologica del colonnello Brown stabilisce che un tempo sotto la crosta terrestre si trovasse moltissima acqua, in condizione di pressione elevatissima. Circa 5000 anni fa si sarebbero prodotte delle fratture dalle quali l’acqua sarebbe stata sparata fuori con una potenza enorme. Da queste fratture si sarebbero prodotte le dorsali oceaniche, separando le terre emerse, e spingendo i continenti nella loro attuale posizione. L’acqua innondando tutto il creato avrebbe dato luogo a nuovi mari, canyons oltre, ovviamente, a travolgere orde di peccatori che dovevano essere puniti; il cataclisma avrebbe anche congelato i mammut in Siberia, sepolto milioni di cadaveri creando fossili e provocando l’estinzione di molti dinosauri. Qualche dinosauro, però, sostiene Brown, deve ancora esistere sulla Terra: questo si deduce dal fatto che Noè non può aver disobbedito a Dio, e che deve averne senz’altro imbarcato qualche esemplare sull’Arca.
Di fronte ad una logica così scioccante, chi può ancora voler credere alle favolette degli scienziati tradizionali? La provocazione finale presente nel libro del colonnello Brown è la famosa lista di venti domande che il capo dei creazionisti del Texas pone agli evoluzionisti di tutto il mondo, i quali starebbero tacendo poichè impreparati ed arroccati sulle loro posizioni antibibliche.
Chi ritiene che la teoria diWalter Brown sia un delirio isolato, privo di seguito e non meritevole di seria considerazione, deve ricredersi. E’ da più di un secolo oramai che gruppi fondamentalisti cristiani statunitensi (e non) sostengono che ogni passo della Bibbia sia pienamente confermato dalla scienza moderna e che la teoria di Darwin sia semplicemente una delle possibile spiegazioni delle origini della nostra specie. In effetti è con amarezza che si apprende che nel corso di vari decenni di conferenze, articoli e libercoli vari sulla pseudoscienza del creazionismo è stato prodotto un angosciante risultato: secondo una indagine del Pew Research Center di pochi anni or sono, circa il 42% dei cittadini degli USA ritiene che l’uomo e le altre specie animali del pianeta esistano da sempre nell’attuale forma, e il 38% desidererebbe che il creazionismo sostituisse del tutto la teoria dell’evoluzione della specie nei programmi scolastici.
Ovviamente spesso viene chiesto agli evoluzionisti di dibattere con i creazionisti ma molti scienziati di fama mondiale hanno deciso di rinunciare a tale confronto poichè semplicemente impossibile. Un dibattito deve avere due parti in contrapposizione, in cui ciascuna sia perlomeno disposta ad ammettere i fatti presentati dall’altra. I creazionisti, invece, non comprendono la vera natura della scienza e semplicemente non contemplano il percorso di validazione di una teoria secondo i criteri scientifici di ripetibilità, falsificazione, etc etc. Gli scienziati spendono il loro tempo dicendosi l’un l’altro “Di questo non conosco la risposta”, “Ancora non sappiamo”, “Non capiamo come…”, mentre questo i creazionisti non lo dicono mai.