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Potrebbe sembrare eccessivo utilizzare la definizione "funghi-killer", ma negli ultimi anni si stanno moltiplicando a vista d'occhio i casi di malattie causate da specie di fungo capaci di attaccare animali e piante, fino a portare i loro ospiti temporanei sull'orlo dell'estinzione.
E' noto che i funghi stiano contribuendo da fin troppo tempo all'estinzione degli anfibi e delle api. Nel primo caso, si tratta del parassita Batrachochytrium dendrobatidis, un fungo che causa una malattia della pelle letale per rospi, rane e salamandre; nel secondo, invece, la scomparsa degli insetti impollinatori per eccellenza sembra essere dovuta ad un mix di fattori, tra i quali anche una particolare specie di fungo.
I funghi, tuttavia, stanno colpendo anche altre specie, come i coralli, le tartarughe marine e i pipistrelli, senza contare l'aumento progressivo di malattie delle colture umane: intere piantagioni sono costantemente a rischio per via di organismi parassiti ricollegabili al mondo dei funghi, o dai comportamenti molto simili.
Un team dell'Imperial College London, guidato da Matthew Fisher, ha combinato anni di dati scientifici per capire quale sia l'impatto dei funghi nell'economia agricola mondiale e nei diversi ecosistemi terrestri.
Dai risultati della ricerca emerge un quadro inquietante: i funghi rappresenterebbero un rischio per l'agricoltura più elevato rispetto agli altri patogeni noti per colpire piante e animali.
Le ragioni di questo elevato fattore di rischio sono molteplici. In primo luogo, la rapidità di diffusione dei funghi, ben nota da tempo e tale da poter cancellare un'intera popolazione animale o vegetale prima che le vittime possano sufficientemente distanziarsi le une dalle altre per limitare il contagio.
I funghi, inoltre, possono infettare una vasta gamma di ospiti, con effetti molto diversi. Le specie più resistenti potrebbero trasformarsi vere e proprie bombe batteriologiche ambulanti, specialmente se si tratta di animali o piante utilizzati nella ricerca scientifica e spesso soggetti a spostamenti da un continente all'altro.
I funghi sono degli ottimi viaggiatori, e sfruttano ogni possibilità per aumentare il loro raggio di diffusione. Il Batrachochytrium dendrobatidis, ad esempio, è stato diffuso in mezzo mondo dallo Xenopo liscio (Xenopus laevis), una rana spesso impiegata come organismo modello per la biologia evolutiva.
Anche il fungo Phytophthora infestans, responsabile della Grande Fame Irlandese del 1845, è stato trasportato in tre diversi continenti grazie all'aiuto dell'essere umano, per via della commercializzazione su larga scala delle patate.
Quello che complica ulteriormente la faccenda è la straordinaria capacità dei funghi di adattarsi molto velocemente a nuove situazioni. Possono velocemente indurre mutazioni genetiche tali da renderli capaci di creare nuovi patogeni, e possono "trasferire" queste mutazioni a specie geneticamente simili, anche se non identiche.
Infine, alcune specie di fungo possono sopravvivere senza alcun problema anche all'esterno del loro ospite. Il Geomyces destructans, responsabile della White Nose Syndrome che sta decimando i pipistrelli, vive solitamente nel terreno; alcune specie di funghi appartenenti alla divisione Ascomycota possono tollerare elevati livelli di salinità, sopravvivendo in mare e trovando terreno fertile per il contagio tra i coralli, le foche e le tartarughe di mare.
Combinando tutti questi elementi si ottiene un mix incredibile di caratteristiche evolutesi per consentire ai fungi di sopravvivere in qualunque condizione. Una miscela di tratti che rappresenta un problema del tutto differente da quello degli agenti patogeni tradizionali, meno flessibili e strettamente dipendenti dall'ospite per la loro sopravvivenza.
"Alcuni funghi uccidono i loro ospiti, ma non hanno bisogno di loro, e di conseguenza possono far estinguere una specie" spiega Arturo Casadevall, presidente del Dipartimento di Microbiologia e Immunologia all'Albert Einstein College of Medicine di New York. "Concordo sul fatto che la minaccia da parte dei funghi stia aumentando, e che rimane poco studiata dalla maggior parte delle autorità che sono solitamente concentrate sugli agenti patogeni batterici e virali già noti".
Ogni anno, 125 milioni di tonnellate di riso, mais, patate e soia vengono distrutti dall'aggressione di funghi, per danni che ammontano a circa 60 miliardi di dollari nel solo settore agricolo globale, e che hanno un impatto devastante sulle economie dei Paesi in via di sviluppo.
Gli alberi danneggiati o distrutti dai funghi impediscono l'assorbimento di 230-580 megatonnellate di anidride carbonica atmosferica, equivalente a circa lo 0,07% del totale di questo gas su scala planetaria.
Spostandosi nel regno animale, i funghi minacciano oltre 500 specie di anfibi, diverse specie di api, tartarughe marine, coralli e pipistrelli. Il solo problema con la popolazione di pipistrelli americana causato dal Geomyces destructans porterà ad un aumento degli insetti infestanti, con danni che ammonteranno a circa 3,7 miliardi di dollari all'anno.
"L'aumento allarmante delle morti tra animali e piante causate dai nuovi tipi di malattie dei funghi mostra che ci stiamo rapidamente dirigendo verso un mondo in cui i funghi sono i vincitori. Abbiamo bisogno di batterci per prevenire l'emergere di nuove malattie, dato che attualmente ci mancano i mezzi per risolvere epidemie in natura".
Tackle fungal forces to save crops, forests and endangered animals, scientists say
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