La crisi che uccide: imprenditore fallito si spara a Roima, disoccupato s’impicca a Milano

Creato il 04 aprile 2012 da Samalos

ROMA - Un imprenditore si è ucciso alla periferia di Roma con un colpo di arma da fuoco. All'origine del gesto problemi economici che avevano investito la sua attività. L'uomo si è sparato al petto con un fucile. La sua azienda, specializzata in costruzioni in alluminio, era in fallimento e gli operai in cassa integrazione. A trovare il cadavere sarebbe stato il figlio. In una lettera l'uomo, 59 anni, ha chiesto scusa per il gesto e ha fatto esplicito riferimento alla situazione economica. Un altro tristissimo episodio  a Milano. L'anno scorso si era separato dalla moglie e quindi anche dal figlio 20enne rimasto a vivere con la mamma, poi recentemente aveva perso il lavoro. Disperato e oramai incapace di intravedere una via d'uscita, un 51enne si è ucciso nello scantinato del palazzo di viale Ungheria dove risiedono i suoi anziani genitori e dove lui era tornato a vivere dopo la separazione. L'ultima volta che i familiari lo avevano visto era stato sabato pomeriggio, quando il 51enne aveva incontrato il figlio. Poi, dopo aver trovato la sua auto regolarmente parcheggiata sotto casa e il portafoglio, il cellulare e le chiavi di casa lasciate ordinatamente nella cantina chiusa dei genitori, la mamma di 69 anni e il padre di 79 si erano presentati al Commissariato Mecenate per fare denuncia di scomparsa. Intorno alle 14.30 di ieri l'anziana è scesa nello scantinato del palazzo e nella parte comune ha visto il cadavere del figlio appeso con un cavo elettrico stretto alla gola a un gancio sul soffitto. Il figlio ha riferito agli agenti che l'ultima volta il padre gli era sembrato solo un po' demoralizzato e che nulla faceva presagire ad un gesto estremo. Almeno finora non sono stati trovati biglietti di addio. Le ragioni di quel gesto appaiono però evidenti a tutti.

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