Più leggo dei dati presunti catastrofici che la crisi avrebbe prodotto sulle abitudini degli italiani, più mi rendo conto che la crisi non ci fa male, tutt’altro. Hai voglia a leggere su Il Sole 24 Ore che l’espressione “decrescita felice” – basta leggere il giornale confindustrino (altro che confindustriale) di oggi – è una stupida utopia. Perché, cari italiani, la realtà è che questa crisi ci sta cambiando profondamente.
Lasciamo stare che siamo meno razzisti – ne è un esempio il logorio della Lega Nord e la calma razionale degli italiani durante il caso Kabobo -, finalmente stiamo iniziando anche a calibrare meglio le nostre priorità. Elenco alcuni dati presi sempre dal Sole 24 Ore di oggi e da altri fonti.
- Compriamo sempre più agli hard discount. Che non significa che mangiamo peggio, solo che stiamo imparando che non è necessario spendere tanto per mangiare bene. Dal discount gli stessi prodotti si pagano meno perché i marchi risparmiano sul cosiddetto “packaging”, cioè sostanzialmente sulla confezione. Gran parte del prezzo che paghiamo nei supermarket “normali” è dovuto alle campagne di marketing e pubblicità, non certo dalla qualità.
- mangiamo meno carne, meno di una volta ogni due giorni. Bene. L’aumento del consumo di carne ha fatto dell’Occidente un ricettacolo di zombie infartuati.
- compriamo meno auto. Anche meno bici. Bene, oltre che zombie infartuati stiamo diventando sempre più grassi. Un bel po’ di movimento fisico e l’utilizzo dei mezzi pubblici costringono le amministrazione pubbliche locali a investire sul trasporto pubblico e le città a non strozzarsi col traffico.
- leggiamo meno giornali. Beh, risparmiare l’euro e venti per leggere 40 pagine di fuffa che lascia spazio a seni decadenti che lascia spazio a pettegolezzi non è solo un dovere economico ma anche morale
- stiamo più a casa e passiamo più tempo sui siti porno, come dimostrano i risultati stratosferici dei siti hard. Questa si commenta da sé.