“Fiat capital gain et pereat omnia” – sia fatto l’utile di capitale e perisca tutto il resto: è l’imperativo che ha dominato in questi decenni, come ribadisce l’economista d’impresa Marco Vitale nel volume “È in sostanza un problema di libertà. Vita e ideali di don Luigi Sturzo”1.
Da questa considerazione nascono però nuove riflessioni: sia il presidente Napolitano sia Benedetto XVI hanno affermato in occasioni differenti che la crisi può essere considerata come un “banco di prova”, una sfida, una opportunità per iniziare una nuova fase di sviluppo, necessaria ancor più che per le difficoltà finanziarie, per “la crisi culturale e morale, i cui sintomi da tempo sono evidenti in ogni parte del mondo”2. È anche ciò che sta emergendo dalle più recenti teorie economiche (cfr. gli articoli “Rifkin e l’aspetto ‘creativo’ della crisi” e “‘Business ethics’, ovvero come conciliare etica ed economia”).
Vitale riprende questa prospettiva, affermando che “il travaglio che stiamo vivendo è un tormentato processo per passare (anzi tornare) dall’ultra-capitalismo ad un’economia libera e umana, cioè ad un’economia imprenditoriale e responsabile”. Qui si gioca l’opportunità – e la responsabilità – che abbiamo di imprimere un nuovo corso alla nostra società.
Per attuare questo processo il pensiero di Sturzo – continua Vitale – risulta fondamentale. Sturzo è infatti fautore di uno “sviluppo integrale della persona e della comunità”, in linea con la grande tradizione della Scuola italiana – dal Verri al Beccaria, da Cattaneo a Romagnosi – e che presenta molte convergenze con la Dottrina sociale cristiana, in cui l’uomo e la famiglia sono considerati anteriori rispetto allo Stato e alla lotta di classe si sostituisce una interazione produttiva tra capitale e lavoro.
Il pensiero di Sturzo risulta dunque fondamentale perché ci insegna “che è perverso confondere e far coincidere questo orrendo ‘super-capitalismo’ con una libera economia di mercato e imprenditoriale”, “a snidare gli imbroglioni che alimentano questa confusione, questa grande truffa morale e intellettuale”, “a capire che questa crisi è come un grande urlo contro una concezione economica che non è libera, ma è basata su poteri economici superconcentrati, superpotenti, manipolatori della libertà e dell’attività dell’homo faber”.
Marco Cecchini
1 Il libro contiene il testo dell’omonima pièce teatrale di Alfredo Rivoire dedicata al sacerdote di Caltagirone.
2 Benedetto XVI, Omelia del 1° gennaio 2009.