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La crisi dei debiti ed i risparmi che vanno in fumo

Creato il 22 aprile 2013 da Lateatnight @LateAtTweet
La crisi dei debiti ed i risparmi che vanno in fumoIn questo periodo di crisi sembra delinearsi sempre di più una "lotta" tra potenti e classe politica contro i cittadini. In questa situazione i primi cercano qualunque scusa per accaparrarsi i soldi dei secondi cercando di risanare anni di malagestione e sperpero dei soldi pubblici per interesse personale.
A farne le spese sono quasi sempre i risparmiatori che vedono allungare le mani sui propri soldi messi da parte in anni di sacrifici.
L'ultimo esempio in ordine di tempo è ciò che è successo a Cipro, ma il Governo Monti in Italia non è stato da meno.  Sempre in Italia, con la crisi politica che si è delineata dopo le ultime elezioni e la rielezione di Napolitano, si fa sempre più consistente l'idea di un nuovo governo Amato ed il relativo spettro di una tassa patrimoniale (sempre a carico dei risparmiatori quindi) come già fece nel 1992.
È interessante una considerazione pubblicata da Jesús Encinar (forse il principale imprenditore nel mercato online in Spagna) nel suo blog e che ripropongo qui.
Da sempre le crisi che colpiscono i debiti pubblici finiscono allo stesso modo e ciò con i risparmiatori e coloro che hanno investito i loro soldi in titoli del tesoro o obbligazioni che si vedono sottrarre i propri beni o li vedono svalutare attraverso iperinflazione.
La crisi dei debiti ed i risparmi che vanno in fumoEsempi si possono trovare già nel medioevo dove l'Ordine dei Templari, che rappresentava il grande sistema finanziario Europeo venne sciolto il 13 Ottobre 1307 così da poterne confiscarne tutti i beni. Enrico VIII non fu da meno quando confiscò tutti i beni della Chiesa d'Inghilterra per poter pagare i propri debiti.
Anche su Villa Torrigliani a Lucca si racconta una storia che può essere considerata un esempio. Nel XVII secolo la villa era di proprietà di una famiglia di mercanti locali che persero tutto quando il Re di Francia decise di non pagare i suoi debiti. I membri di questa famiglia benestante pensavano di aver custodito i loro risparmi nel forziere più sicuro d'Europa, ma da un momento all'altro si trovarono a non avere più niente.
Ai tempi nessuno poteva immaginarsi che la Corona Francese si sarebbe rifiutata di pagare i debiti. Un'altra dimostrazione che tutto ciò che sembra solido e sicuro può svanire rapidamente nel nulla (chi non ricorda Lehman Brothers valutata Tripla A il giorno prima del fallimento?)
L'iperinflazione è un altro modo di fare la stessa cosa. L'ente preposto ad emettere moneta ne stampa di più per poter pagare i debiti. Grazie a questo meccanismo, tutti coloro che nella Germania degli anni 20 avevano qualche risparmio lo persero. Ai giorni nostri questa azione viene chiamata molto più elegantemente Quantitarive Easing.
La cosa curiosa di questo processo di sospensione dei pagamenti, ristrutturazione del debito ed inflazione è che son processi che durano anni, segnati da alcuni momenti di accelerazione. La situazione cambia in pochi anni fino a diventare irriconoscibilie, però non esiste un giorno che possa marcare il prima ed il dopo.
Ma la domanda è: uno stato può uscire da una situazione di alto indebitamento puntando solo sulla crescita?
La crisi dei debiti ed i risparmi che vanno in fumoIn uno studio di Reinhart, Rogoff e Savastano del 2003 vengono analizzati tutti i paesi emergenti che tra il 1970 ed il 200 sono riusciti a ridurre il proprio debito pubblico per almeno il 25% del proprio PIL. Dei 53 stati che ce l'hanno fatta solo 1 lo ha fatto grazie all'aumento del PIL (il piccolo stato africano dello Swaziland nel 1985). Nessuno stato è in grado di ridurre il proprio debito pubblico puntando solo sulla crescita dell'economia.
I debiti non possono essere ridotti sperando nel mito della crescita, ma solo rifiutandosi di pagarli, attraverso l'iperinflazione o utilizzando metodi eccezionali e dolorosi (come fece Ceausescu in Romania che per pagare i 9 Miliardi di Dollari di debiti accumulati negli anni '80 condannò la nazione alla miseria).
Cosa deciderà di fare ora l'Europa? Rifiutarsi di pagare, ricorrere all'inflazione o le sarà il momento delle solite lacrime e sangue per i risparmiatori?

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