La crisi dell’ideale democratico europeo

Creato il 07 agosto 2012 da Fabio1983
Negli ultimi due anni si è posto ripetutamente il problema dell’ideale democratico europeo che, tra veti e posizioni spesso rigide, ha messo a dura prova la tenuta dell’Ue. L’aggravarsi della crisi ha fatto il resto, dirottando il dibattito sull’eventuale cessione di sovranità di uno o più Stati. La riflessione, poi, ha trovato in Italia il suo apice al momento dell’ingresso a Palazzo Chigi di Mario Monti, paventando talvolta l’intrusione dei “poteri forti”, talvolta un’interruzione seppur momentanea della democrazia. Entrambi gli argomenti – la democrazia traballante e la cessione di sovranità – sono maturati in seno all’esperienza tecnica (mancante quindi della legittimazione del voto popolare, ma pur sempre nei ranghi costituzionali), subordinata, secondo molti, ai diktat delle istituzioni europee (torni alla mente, tra le altre cose, la lettera della Bce di un anno fa). Il tema è tornato in auge dopo la controversa intervista allo Spiegel in cui Monti ha rivendicato il diritto dei governi a mantenere “un proprio spazio di manovra” indipendente rispetto alle decisioni dei Parlamenti allo scopo di evitare “una disintegrazione dell’Europa” altrimenti “più probabile di un’integrazione”. Dalla Germania sono volate critiche ai danni del premier italiano (qualcuno ha persino parlato di attentato alla democrazia). Eppure è innegabile di quanto l’Ue, su diverse istanze, sia parsa piuttosto un’unione a geometria variabile (o, che dir si voglia, a due o più velocità).
(continua su T-Mag)

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