La crisi della famiglia è lo specchio di una società senza anima dove il crollo dei valori è in discesa libera
Ormai viviamo, come si dice da più parti, nella cosiddetta epoca dell’usa e getta. Nel senso che tutto ciò che non serve, viene buttato via, e mandato al macero. D’altronde sarebbe anche giusto, se la cosa non degenerasse. Solo che il principio è esteso in tutti i campi, compreso quello affettivo. Il fenomeno, per esempio, di cambiare continuamente partner, fra i giovani, e anche per i meno giovani, si giustifica in quest’ottica generale. E le conseguenze che si pagano sono l’aridità dei sentimenti, la menzogna e il vuoto assoluto. È un tema, questo, non solo di attualità, ma anche di grosso spessore culturale; per cui va fatta, a mio modo di vedere, una riflessione più di fondo. Capire intanto le ragioni, o meglio le cause che hanno minato l’impalcatura, e scardinato un’istituzione “sacra” come la famiglia e il matrimonio. Un tema che per la sua rilevanza, non può essere demandato alla sensibilità delle “pastorali“, e quindi oggetto di dibattito all’interno delle “catechesi“; ma deve essere oggetto di una discussione più largamente generale, coinvolgendo tutte le istituzioni, così come tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Vi è stato un tempo ormai lontano, specie nel mondo contadino, in cui in famiglia si mangiava nello stesso piatto; dove non solo si irrobustivano i valori fondanti e formativi d’intere generazioni, ma ancor più aumentavano i livelli di sensibilità e di consapevolezza nei confronti della vera solidarietà e nell’amore verso il prossimo. Oggi, invece, viviamo in una sorta di società “foresta“; una società senza anima dove con il crollo in verticale dei valori, è venuta meno anche la “sacralità” della famiglia. Nella stessa coppia, è venuto meno la legge di “mutualità“; ciò che è frutto del vero amore: “Io ritrovo me stesso, nel momento in cui mi perdo nell’altro“. Per cui la coppia non è la somma di due persone ma una forte interazione, paragonabile ad una formula chimica dove due elementi, unendosi, perdono le rispettive identità, per formare una sostanza nuova.
Nel clima socio culturale in cui viviamo il matrimonio è spesso terreno di scontro, e di urti frontali, estremamente traumatizzanti. E quando fra marito e moglie si perde l’affetto e il rispetto allora si delineano i contorni della drammaticità; e chi ne va di mezzo è l’educazione dei figli. Spesso in famiglia si mangia da soli; in orari più disparati e l’incontro fatto di disponibilità e di dialogo non esiste più. Vi è insomma una sorta di reciproca intolleranza, dove non si parla e se si parla non si parla sulla stessa lunghezza d’onda.