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Il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, nell'edizione del 15 gennaio 2015 ha pubblicato un articolo in cui l'ex ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer scrive che le conseguenze della crisi finanziaria hanno contribuito alla rinascita del nazionalismo in Europa. Un tale sviluppo della situazione, secondo Fischer, nuoce all'Ue e la politica deve offrire finalmente qualcosa che sara' in grado di contrastarlo. Fischer afferma che si scorge la fine della crisi dell'euro e che almeno i mercati finanziari si sono calmati nonostante il fatto che il cambio della valuta sta affondando e l'economia nei paesi meridionali dell'Ue in crisi sta stagnando. L'intera zona euro soffre perche' praticamente o quasi per niente non vi e' crescita e perche' vi e' la minaccia di deflazione, scrive l'ex ministro tedesco. Vista l'evidente incapacita' dell'Eurogruppo di porre finalmente fine alla crisi che dura da anni o di offrire ai paesi colpiti qualcosa di simile alla prospettiva di crescita, piuttosto che offrire appelli rituali e una dura politica di risparmio, non sorprende il fatto che in molti paesi membri dell'Ue sta scomparendo la pazienza per la politica di risparmio. Dallo spazio politico, avverte Fischer, arriva la minaccia di una grande catastrofe per il progetto europeo.
Uno scatto potrebbe essere nuovamente la Grecia. Come lo si poteva aspettare, il parlamento di Atene non e' riuscito ad eleggere il nuovo presidente con la maggioranza di due terzi. Il parlamento e' quindi stato sciolto e adesso, il 25 gennaio ci saranno le nuove elezioni alle quali c'e' il grande rischio dell'arrivo di Syriza al potere, il partito dei socialisti di sinistra. A condizione di vincere e di non voler fare il grande broglio elettorale. Syriza quindi deve insistere sui nuovi negoziati relativi al ricompenso degli aiuti finanziari della Troika, vale a dire dell'Ue, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale. Nel caso che i negoziati falliscano, il governo di Syriza dovra' intraprendere misure unilaterali, spiega Fischer. Precisa che il controverso favoreggiato delle elezioni greche, Cipras da settimane e' in contatto con Berlino, Parigi e con la Banca europea centrale. I colloqui con il capo della Coalizione della sinistra radicale si conducono anche attraverso il segretario di stato Asmussen che per questo non ha nemmeno un mandato ufficiale. Ma gia' da adesso si puo' prevedere che i nuovi negoziati e concessioni dopo la vittoria elettorale di Syriza porteranno ad effetti di slavina nella zona di crisi meridionale dell'Ue e in Francia.
Secondo Fischer, con questo verra' spazzata l'attuale politica di risparmio e si imfiammera' pienamente la crisi nella zona euro. Sempre secondo l'ex ministro tedesco, la Grecia e' troppo piccola per rappresentare da sola il vero pericolo per la zona euro. Infatti, la decisione alle elezioni di Atene potrebbe innescare la grande crisi politica, che poi dopo un certo periodo potrebbe infondersi in Italia e in Francia. Qui bisogna tener presente che si tratta della seconda e terza piu' grande economia della zona euro, rileva Fischer e osserva che anche se in Grecia ci sara' il miracolo e Syriza non vincesse a queste elezioni, il pericolo della crisi politica verrebbe soltanto rimandato.
In Italia, secondo l'ex ministro tedesco si possono scorgere i tormenti e l'insoddisfazione degli italiani e' sempre meno indirizzata soltanto nei confronti della politica di risparmio e sempre di piu' contro lo stesso euro. E se l'Italia verra' coinvolta, allora siamo vicini anche alla crisi francese, avverte Joscka Fisher. Inoltre, afferma lui, uno degli conflitti essenziali a tal proposito si scorgono in Germania se nei parlamenti e in piazza si forma la forza nazionale politica antieruopea di destra che ridurra' notevolmente lo spazio di margine per un compromesso di Berlino. Questo conflitto si trasformera' anche in un contenzioso tedesco-italiano, e ancora peggio, in un contenzioso tedesco-francese. Esso rappresenta un grande rischio perche' mette a repentaglio la struttura essenziale della zona euro ma anche dell'intera Ue e ha un grande potenziale esplosivo, avverte Fischer.
La crisi della zona euro e il fatto che sin dall'inizio si rifiutano le soluzioni europee nella direzione di raggiungere una maggiore crescita economica sono i principali, ma non le uniche cause della nascita del nuovo nazionalismo nell'Ue. Questa tendenza di un rafforzamento rinnovato dei fattori nazionali si e' gia' dimostrata nei risultati delle elezioni europee nella primavera del 2014 alle quali i partiti ksenofobi, antieuropei e nazionalisti hanno segnato un risultato molto buono. E questo trend sta continuando senza ostacoli, conclude l'ex capo della diplomazia tedesco, Joschka Fischer.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 25 gennaio a Radio Radicale
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