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Dal primo gennaio 2012 ad oggi sono già 21 le vittime in Veneto. Ancora suicidi tra gli imprenditori che si “lasciano” travolgere dai fallimenti: 4 morti di recente, sembrano “cadere come le foglie d’autunno”.
Imprenditori che fino a qualche anno fa avevano imprese che lavoravano abbastanza bene ma che con la crisi economica sono stati “sopraffatti”. Falegnamerie, imprese di intonaci e stucchi, laboratori e macchinari erano la “vita” per i 4 imprenditori che si sono uccisi: “incapaci” di affrontare le “tremende” conseguenze della crisi economica, “vittime” di un mondo diventato all’improvviso “crudele”.
Come già detto, è dall’inizio dell’anno che si parla di tanti suicidi in Veneto e anche riguardo al resto dell’Italia. Una realtà “tragica e triste” a cui il mondo politico e l’opinione pubblica assistono senza parole, sgomente e stupefatte.
Il valore della vita umana è calpestato dalla “rovina” portata da un clima di recessione economica che non da scampo. La crisi economica diventa come un “killer” silenzioso che va a spasso per tutta l’Italia assalendo le sue vittime “inermi”.
L’indignazione e la rabbia per tutto ciò cresce sempre di più in tutta la penisola, da Nord a Sud: le vittime infatti sono di ogni regione dell’Italia perchè la “crisi-killer” non fa distinzione di ceto sociale o di appartenenza geografica, colpisce chiunque con la stessa “violenza”.
La crisi-killer fa anche vittime minori non uccidendo: “uccide” la vita di tanti italiani impoverendoli sempre di più e portandoli ad una situazione di miseria e povertà veramente poco dignitosa.