La crisi non è figlia di una malattia del capitalismo, il capitalismo è sanissimo. Liberismo e mercato sono falliti e siamo noi a doverlo mettere in evidenza.
Creato il 21 agosto 2011 da Slasch16
Non metto il grande Carlo Marx per fare un dispetto alla destra mondiale, alla P2 che ci governa, ai fascisti globali ed al leghismo di casa nostra, lo metto per far sapere a chi non ha ancora capito che le cose si sapevano oltre cent’anni fa ma non abbiamo ancora metabolizzato che per sopravvivere a questo cancro dell’economia globale ci vuole una politica forte che lo condizioni e lo regoli.
Per non risalire agli albori dello sfruttamento umano e delle lotte operaie per conquistare un minimo di dignità del proletariato, mi limito ad analizzare il periodo peggiore del capitalismo che coincide con il momento di maggiore forza dello stesso che ha sconfitto i primi tentativi di applicazione di un sistema diverso, il comunismo, il socialismo e la socialdemocrazia. Per capire il fallimento del capitalismo si devono ammettere gli errori e le devianze dei tentativi di società comuniste fino ad ora messe in pratica. Nonostante la propaganda capitalistica non tutto era sbagliato nel comunismo ed alcuni paesi che lo hanno elaborato ed evoluto hanno saputo condizionare l’imperialismo meglio dell’Europa e degli Stati Uniti creando una economia più rispettosa del lavoro umano anche se, apparentemente, più povera del capitalismo splendente dei ricchi e famosi, quello che si bea delle classifiche mondiali dei più ricchi al mondo senza chiedersi quanti milioni di poveri hanno creato queste ricchezze.
Secondo me, pare che ultimamente alcuni scienziati e studiosi di economia supportino le mie teorie, l’inizio della fine del capitalismo coincide con il suo periodo di massimo splendore, mi riferisco al reaganismo che ha imposto al mondo occidentale i due tumori che ne determineranno la fine: il liberismo sfrenato ed il mercato.
Il liberismo è il padre della finanza spregiudicata e parassitaria che non ha mai investito nella produzione ma esclusivamente nella speculazione che si è alimentata nel debito a dismisura pubblico e privato, la famosa bolla che è diventata talmente grande da scoppiare come una nuova atomica a livello globale e che, con il permesso di una politica fragile, succube e complice, ha privatizzato i profitti e socializzato le perdite.
La politica mondiale, salvo pochi illuminati casi, ha sposato in toto la filosofia dell’economia parassitaria dominata dalle banche, i vari Trichet e quelli come lui si preoccupano di salvare le banche e le valute, i mercati come li chiamano loro e non il lavoro, i lavoratori, la produzione i proletari in genere.
Tutte le manovre messe in essere per combattere la crisi sono a carico della masse, della classe media, medio bassa e popolare e proletaria.
Nessuna che metta in atto regole ferree ai parassiti speculatori e che tassi i loro indebiti ed immorali guadagni nel modo dovuto che una democrazia compiuta e sana avrebbe già dovuto mettere in atto.
Il principio che ognuno dovrebbe pagare in base alle sue possibilità è disatteso da tutti, negli Usa si rifiutano di tassare i ricchi perchè sono convinti che il liberismo dei miliardari possa creare ricchezza per tutti.
Ciò non è vero, il liberismo ha creato milioni di poveri ed ha arricchito i soliti noti ed i molti sconosciuti che speculano nell’ombra.
Gli indignados di tutto il mondo chiedono una distribuzione più equa della ricchezza, odiano la politica e commettono due errori in un colpo solo, odiano la politica in toto, primo errore, e non si rendono conto che senza una politica forte e rappresentativa che condizioni il capitalismo la distribuzione equa della ricchezza resterà una chimera.
Cambiare lo stile di vita potrebbe servire a qualcosa ma non cambierebbe i valori in campo, se il popolino rinuncia ad una parte del consumismo inutile toglierebbe del profitto al capitalismo e come conseguenza avrebbe licenziamenti e disoccupazione per salvaguardare il profitto, praticamente la rappresaglia che è in atto a livello globale in questi anni.
Solo da noi, in Italia, la crisi da settembre in poi porterà ad una ulteriore perdita di posti di lavoro quantificabile in 88.000 unità, da aggiungere a quelli persi negli ultimi tre anni.
Noi abbiamo davanti solo due strade la più drastica sarebbe una rivoluzione mondiale, l’assalto del popolino schiacciato a sfruttato alle banche, ai banchieri, ai miliardari ai parassiti ed a chi ha lavorato per loro in politica e nella gestione dei poteri spacciati per democrazia, nel nostro caso in particolare calpestando la Costituzione, disattendendo alcune regole fondamentali che avrebbero garantito l’equità della partecipazione ai costi della vita sociale e della democrazia.
Soluzione impraticabile perchè, per avere successo, necessiterebbe della realizzazione del sogno di Ernesto Che Guevara, la rivoluzione globale e ciò non sarà mai possibile sinche nel mondo ci sarà un paese garantista rispetto alla fuga di capitali ed a protezione dei capitalisti parassiti e colpevoli della crisi.
La seconda è la via democratica alla socialistizzazione dell’economia globale e per fare questo ci vorrebbe una politica forte, socialista o socialdemocratica, chiamatela come volete, che riuscisse ad imporre leggi e regole senza farsi condizionare dalle lobbies di tutti i tipi di cui sono pieni tutti i paesi del mondo. Dalle lobbies delle armi a quelle dell’informazione, a quelle delle professioni e quelle militari, da quelle bancarie a quelle edilizie.
Insomma una politica che condizioni l’economia e non messa all’angolo dall’economia, come avviene adesso.
Io non ho studiato molto e per fare capire quello che intendo dire, quello che ho nella testa e nel cuore, vorrei utilizzare un esempio semplice alla mia portata, una politica che se decide di fare una strada, un ponte, una scuola, un ospedale, lo faccia nell’interesse del popolo e non per fare, far fare, profitti ai soliti parassiti speculatori.
Nella mia testa è tutto chiaro, lampante, non sono in grado di mettere tutto ciò nella carte o nel web ed è una mia colpa ma, per chi volesse o fosse interessato, nell’Unità di oggi c’è un inserto dal titolo: Liberismo, l’illusione che ha nacosto le diseguaglianze.
Aggiungo di mio che adesso stanno scoppiando e sarà sempre peggio per motivi economici, difficoltà di sopravvivenza e per motivi di informazione molto più capillare anche se dominata dai regimi, politici ed economici, dominati ma che noi combattiamo con i nostri ideali.
Per quanto mi riguarda, nel mio piccolo, mi sono sempre affidato ad un paragrafo letto sulla prefazione del Capitale oltre 40 anni fa ed è questo:
Il sapere, anche senza speranza, è da anteporre all’ignoranza che si nutre di illusioni e falsità.
Io penso che di illusioni e falsità il capitalismo ne abbia fornito in abbondanza, abbia esondato, sia stato un tsunami inarrestabile specialmente dopo il crollo del muro di Berlino e del socialismo reale.
Sono stato comunista e lo sono ancora, sono Marxista e sono convinto che il comunismo, il socialismo, rispetto al capitalismo sia un infante e quindi propenso a commettere errori ai quali vanno aggiunti le debolezza umane quando vengono a contatto del potere incondizionato e senza controllo.
La perfezione umana non esiste ed è per questo che i poteri ed i controlli debbono essere indipendenti, per garantirci.
Chiudo, l’ho fatta troppo lunga, ma due osservazioni le voglio ancora fare.
Per me una delle illusioni alle quali faceva riferimento Marx è il liberismo ed una delle falsità è il mercato.
Liberismo e mercato, libero mercato come invocano troppi politici anche nostrani, le famose liberalizzazioni dei servizi, acqua, sanità, gas, luce, benzina e quant’altro sono il tumore del capitalismo.
Un tumore intelligente, selettivo, che ammazzerà solo le vittime e non i carnefici, sul piano economico sia chiaro.
Buona domenica, se qualcuno è riuscito a leggerlo tutto si faccia vedere da un dottore, temo sia masochista, ma lo ringrazio di cuore.
L’intervento moralizzatore del card. Bagnasco in merito all’evasione fiscale che riporto da Repubblica per intero fa una sintesi delle illusioni e delle falsità del capitalismo.
Pura propaganda da parte di che evade per primo e si è garantito il privilegio di farlo con tanto di concordato Stato-Chiesa e leggi ad hoc che si rinnovano e si ampliano con ogni governo che si sussegue nel nostro Paese, basti vedere gli aiuti alle scuole private.
Il discorso di Bagnasco è moralmente indegno e profondamente osceno, tipico da cardinale di una chiesa parassita e dominante.
Ecco, in tutto il suo splendore, il richiamo del Cardinale Bagnasco:
“Come credenti e comunità cristiana dobbiamo rimanere al richiamo etico che fa parte della nostra missione e fare appello alla coscienza di tutti perché anche questo dovere possa essere assolto da tutti per la propria giusta parte. Per Bagnasco, se questo dovere fosse assolto, “le cose sarebbero risolte”.
Comincino loro a pagare l’ici e la smettano di spacciare ostelli, alberghi, scuole, case di cura, ospedali e quant’altro per edifici religiosi solo perchè al loro interno hanno una cappella o una Madonna.
Le madonne le dico io, le tiro giù io, quando leggo certe cose.
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