>>La crisi “non va in ferie”

Creato il 04 agosto 2012 da Felice Monda

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Nei mesi estivi l’attenzione mediatica inevitabilmente diminuisce ma allo stesso tempo non diminuisce la lotta di chi protesta per non perdere il proprio posto di lavoro.

Ci sono proteste agli studi di Cinecittà, alla Jabil di Milano, ci sono le proteste dei bancari di Siena e degli operai in Val d’Aosta.

La crisi economica non ammette periodi di ferie: per i lavoratori che protestano questo è il momento peggiore, il più rischioso, quando tutti sono in vacanza, giornalisti e attivisti, non c’è nessuno che possa darti una mano. L’estate è il momento migliore per sgomberare le fabbriche e promuovere nuovi esuberi.

Le vacanze estive “sono sacrosante” come direbbe qualcuno ma è proprio grazie ad esse che si possono attuare ingiustizie sociali con maggiore facilità.

Operai e manifestanti che da mesi occupano fabbriche o presidiano le entrate delle aziende si ritrovano da soli nella loro lotta senza “attenzione mediatica”.

Tutto l’anno alcune trasmissioni puntano su operai che manifestano e protestano per tenere alta l’audience: andando in vacanza lasciano operai e impiegati che palesano il loro dissenso nella più completa solitudine. Tutto questo sembra anche assumere un certo “velo d’ipocrisia”: perchè se l’impegno di queste trasmissioni viene meno in un certo periodo dell’anno in cui l’attenzione mediatica è minore, allora si potrebbe anche pensare che esse strumentalizzino le proteste e le manifestazioni per “portare acqua al loro mulino”.


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