La critica negativa – parte I: come subirla
Posted by IceLady on set 1, 2011 in Blog, Consigli scrittevoli | 6 comments
Fare una critica negativa è relativamente facile, molto più facile che farne una positiva, basta prendere un metro e attenersi a quello per stroncare anche il più osannato dei capolavori.
Ma non stiamo a entrare nel merito di cosa sia oggettivo e cosa soggettivo in una critica, non è questo lo scopo dell’articolo di oggi. Quello che vogliamo analizzare è come recepire la critica dal punto di vista dell’autore. Molti di quelli che leggono queste pagine sono qui perché amano scrivere e sono in cerca di consigli, quindi è a loro che è rivolto questo post.
Immaginate di aver scritto un testo che per voi è molto importante, ci avete sudato sopra, vi ci siete appassionati, è una storia a cui tenete molto e pensate di aver fatto del vostro meglio. Allora decidete di condividerla con qualcuno, desiderio più che comprensibile per chi scrive e vuole comunicare qualcosa. Presto o tardi lei arriverà e vi coglierà di sorpresa, come una bastonata sulle gengive. Chi è lei? Ma la nostra amica, la “critica negativa” detta anche “stroncatura”.
Potete fare i superiori quanto volete, ma fa male, oh sì, brucia come un tizzone ardente, perché vi fa sentire che avete fallito, che avete sbagliato, mina le vostre certezze. Ma come si sopravvive a tutto questo? Come si resiste all’impulso di strepitare come bambini inferociti al critico di turno: “sei tu che non capisci niente!”? Come ci si trattiene dall’impulso di appendere la penna al chiodo?
Ecco qualche parola d’ordine che potrebbe aiutarci a uscire dal baratro:
1- Umiltà: dovrebbe essere la prima grande dote di uno scrittore. Mai sentirsi arrivati, mai essere troppo presuntuosi, mai pensare che il proprio lavoro sia perfetto.
2- Pazienza: per quando chi ci critica possa essere duro (e a volte offensivo), mai e poi mai bisogna perdere la pazienza, mai rispondere agli insulti con gli insulti, mai inalberarsi e fare scenate da prima donna difendendo l’indifendibile e dando al critico dell’ignorante.
3- Argomentare: se ci vengono mosse delle critiche riguardo a nostre scelte narrative, rispondere con garbo e dare motivazioni sensate nel caso in cui non ci troviamo d’accordo con quanto viene affermato.
4- Consapevolezza: tenere sempre presente che anche chi critica è un essere umano e quindi può sbagliare. Il critico non è un essere mitologico infallibile che conosce ogni cosa e molto spesso le sue osservazioni potrebbero essere dettate da un gusto personale o da una diversa visione delle cose.
5- Sicurezza: essere sicuri di sé non significa essere arroganti e presuntuosi (vedi il punto 1), ma significa essere consapevoli sia delle proprie capacità che dei propri limiti. Se siete sicuri di quello che avete scritto, non sarà una critica negativa a farvi perdere la voglia di continuare a scrivere.
6- Buona volontà: ci sono sempre margini di miglioramento, quindi fate tesoro di ciò che vi viene detto e cercate di assimilarlo come parte del vostro bagaglio culturale. Anche la peggiore critica (dove per peggiore si intende “mal fatta”) può portare dei suggerimenti e degli spunti interessanti.
7- Documentazione: forse la parte più importante. Documentarsi sempre quando si scrive e documentarsi dopo che si è scritto, anche di fronte alle critiche, che magari potrebbero aprirci nuovi orizzonti che non avevamo considerato. Non si smette mai di imparare cose nuove.
In conclusione, fare sempre tesoro di ogni opinione ci aiuterà a crescere come scrittori e perché no, anche come persone. Per quanto riguarda le modalità della critica negativa e il caso delle critiche offensive, ne parleremo nelle prossime puntate!