La cerimonia principale per celebrare il 17esimo anniversario della liberazione della Croazia con l'operazione Tempesta si e' svolta domenica a Knin e vi hanno partecipato le massime cariche dello stato: il presidente Ivo Josipović, il premier Zoran Milanović e il vicepresidente del Parlamento, coprendo l'incarico di presidente del Parlamento, Josip Leko. Tutti hanno espresso la loro gratitudine e ringraziamento ai difensori croati che nella guerra di difesa hanno contribuito alla vittoria per la Croazia indipendente. "La Costituzione mi ha dato la posizione di essere comandante supremo delle forze armate croate e percio' mi sento umile, sento rispetto e orgoglio di essere comandate di questo esercito vittorioso" ha detto il presidente Josipović nel suo intervento a Knin. "La Croazia dopo la vittoria nella guerra deve vincere anche nella pace – superare le difficolta' economiche, garantire i diritti umani, liberta' religiose e nazionali nonche' la prosperita' di tutti i cittadini" ha aggiunto il capo dello stato croato rilevando che vincere nella pace significa tendere anche la mano ai nostri concittadini di nazionalita' serba, riconoscere le loro vittime e rendere loro omaggio. Sempre a Knin, il premier croato Zoran Milanović ha detto che "questa festa non la celebriamo a fin di godere le angosce altrui e per gustare i dolori atrui che altrettanto ci sono stati. Anche questo e' umano e bisogna riconoscerlo. Dobbiamo invece trarre da noi stessi il migliore" ha sottolineato Milanović. "La nostra guerra e' stata giusta, di difesa, umana. I confini croati li difenderemo sempre, sapendo quali sono, cosi' come lo aveva fatto ogni governo croato dal 1990" ha detto il premier. Il 5 agosto viene anche celebrato come Giornata dei difensori croati. Va ricordato che nell'operazione 'Tempesta' morirono 174 soldati croati e oltre 1400 furono feriti.
Dall'altra parte, i media serbi ricordano che nell'azione dell'esercito croato scomparirono 2000 persone e furono caccciati via dalle loro case circa 220.000 serbi. Ma rilevano altrettanto che quest'anno i vertici croati in occasione della celebrazione della Giornata della vittoria e della Giornata dei difensori croati non hanno menzionato gli imputati dell'Aja Ante Gotovina, Markač e Čermak ma hanno menzionato le vittime serbe e la necessita' che esse siano riconosciute. I media serbi riportano le parole del premier Milanović il quale, tra l'altro, ha detto che la Croazia e' padrone del proprio destino e che non ci sono piu' scuse o colpevoli a Belgrado o a Budapest. Quest'anno pero', un altra novita'. Alla cerimonia del 17-esimo anniversario della 'Tempesta', presente anche il presidente del Forum democratico serbo, Veljko Džakula. Per la prima volta quindi, la partecipazione di un rappresentante dei serbi in Croazia dopo aver ricevuto l'invito informale del presidente croato Ivo Josipović. Nessun dubbio che l'arrivo di Džakula a Knin ha suscitato grande attenzione anche se sia i ministri che l'opposizione croata nelle loro dichiarazioni sono stati cauti. Lo stesso rappresentante serbo ha detto che il messaggio della sua presenza a Knin e' simbolico vale a dire che vuole rendere omaggio a tutti gli uccisi e a tutte le vittime della 'Tempesta'. La legittimita' della 'Tempesta' ha rilevato Džakula, cosi' come e' grande in voi, cosi' sara' grande anche presso gli altri quando pero' le vittime avranno la loro vera pieta'. Secondo la sua opinione, alla ceremonia di Knin doveva esserci il rappresentante della minoranza serba nel Parlamento croato e presidente del maggiore partito serbo in Croazia, Milorad Pupovac.Secondo il ministro della difesa croato Ante Kotromanović, la celebrazione della 'Tempesta' e' aperta a tutti, se verranno a rendere omaggio e se diranno che si e' trattato di una azione di liberazione. Allora tutti sono i benvenuti, ha concluso il ministro croato, all'epoca lui stesso combattente.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est del 9 agosto.