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La Croce non è un soprammobile

Creato il 12 ottobre 2010 da Pierotieni

La Croce non è un soprammobile

In merito alla controversa scultura collocata nel centro di Arcore, interviene il Professor

Raffaele Mantegazza

Portare e rispettare la croce significa essere di fianco ai carcerati, agli sfruttati, alle prostitute, a tutti coloro che Gesù chiamava “amici” Portare e rispettare la croce significa accogliere gli ultimi, i diseredati, i poveri e i reietti Portare e rispettare la croce significa avere la coscienza pura, non usare le parole volgari e offensive dei “sepolcri imbiancati” di ieri e di oggi, non bere alla mensa dei ricchi epuloni ma sdraiarsi per strada a fianco dei poveri Lazzari Portare e rispettare la croce significa mettere in pratica la parola di Cristo quando dice “ero straniero e mi avete accolto” Portare e rispettare la croce significa avere il coraggio di contrapporsi alla maggioranza, al pensiero omologante dei potenti di questo mondo, al potere degli odierni farisei e scribi Portare e rispettare la croce significa non praticare la violenza mai, di nessuna natura, per nessun motivo, in nessuna circostanza Portare e rispettare la croce significa denunciare i mali che affliggono l’umanità, pronti a pagare di persona per schierarsi dalla parte di chi non ha nessuno al suo fianco Portare e rispettare la croce significa essere di fianco ai samaritani, i popoli considerati “paria”, “bastardi”, “terroni”, “immigrati” Portare e rispettare la croce significa ricordare che è maledetta la generazione che ha bisogno di segni Portare e rispettare la croce significa sapere che Gesù non ha detto “andate e seminate croci” ma “andate e predicate il mio Vangelo”: che per lui significa solamente “fate come me”.   Realizzare una scultura è lecito, perché l’arte non può subire censure. Mettere una scultura di fronte al Municipio, anche questo è lecito; se è fatto con i soldi dei contribuenti, un po’ meno. Forse ci sono altre priorità. Ma è comunque lecito. Ma per cortesia, lasciate in pace Gesù e la sua Croce; segno di contraddizione e di scandalo. Non soprammobile.

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