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La cultura a saldo tutto l’anno

Creato il 23 ottobre 2010 da Stampalternativa

LA CULTURA A SALDO TUTTO L’ANNOContinua su tutta la stampa nazionale, un fitto dibattito sulla legge in discussione alla Camera che fissa uno sconto del libro sul prezzo di copertina al 15%, concedendo agli editori la possibilità di attuarlo per tutto l'anno. Mentre prima lo sconto non era fissato per legge, ma le campagne potevano effettuarsi non più di due volte l'anno.
Ci sono diverse scuole di pensiero che si alternano nell'aderire o meno a questo progetto di legge. Da una parte gli editori medio piccoli e indipendenti ne bocciano la finalità, dall'altra i librai indipendenti vedono nella nuova legge uno strumento per limitare i grossi editori dallo scontare selvaggiamente le novità e da un'altra ancora i medesimi grossi editori, anche loro in forte crisi di vendita, vedono in questa legge riconosciuto il diritto minimo di sconto, con la possibilità, soprattutto, di praticarlo sempre.
Da che parte schierarsi? Chi ha ragione e chi no e chi ci perde da una legge così?
Stampa Altrernativa/Nuovi Equilibri ha firmato la petizione al "Pisa Book Festival" aderendo alle posizioni degli editori indipendenti che protestano contro una legge che fissa lo sconto del libro, liberalizzandolo per tutto l'anno. Capiamo però, anche le ragioni dei librai indipendenti che vedono nel tetto di sconto fissato per legge, un minimo di salvaguardia sulla concorrenza sleale a cui spesso sono soggetti, per via delle politiche commerciali dei grossi editori che privilegiano tale sconto nelle loro grandi catene libraie e supportati dalla loro distribuzione. Ma al tempo stesso pensiamo che questa sia effettivamente un brutta legge, che come al solito scontenta tutti e non risolve alcun problema.
Fissare per legge uno sconto di un libro è alquanto singolare, sicuramente sarebbe stato meglio adottare politiche più restrittive come quelle francesi e tedesche, dove fra l'altro si legge molto di più che in Italia. Questa legge è come se affermasse che il giusto valore del libro non è quello proposto dall'editore ma un altro, imposto d'ufficio dal grande circuito commerciale. Ma non sarebbe stato meglio agire su regole commerciali chiare e condivise, mettendo sullo stesso piano tutti gli editori? Per esempio, si potrebbero fissare dei parametri più rigidi sulle campagne realizzate nelle grandi catene, imponendo un tetto di sconto massimo e i tempi di applicazione. Un po' come avviene con i saldi per gli altri prodotti di consumo.
Tra l'altro, questa legge avalla una metodologia di sconti ormai consolidata - si perché va detto che i grossi editori e relative catene continueranno a fare come prima, anzi peggio, visto che questa legge li autorizza allo sconto perpetuo - e consegna nell'immaginario del lettore medio, che il libro non si potrà più comprare a prezzo intero ma bisogna comprarlo a saldo.
Tra gli anni '70 e '80 proliferavano librerie "Remainder's", oggi in crisi anche loro. Tale mercato parallelo, di fatto permetteva al lettore di acquistare il libro con lo sconto del 50%. Il maggior sostenitore di tale circuito era la grossa industria editoriale che, producendo titoli a tirature altissime, aveva poi bisogno di questo secondo mercato che smobilizzasse le giacenze dei libri invenduti. Quindi in quel periodo nel lettore medio era più forte la percezione che il libro bisognasse comprarlo come minimo a metà prezzo e non a quello di copertina, ritenendolo un inganno.
Oggi il panorama è molto cambiato, le "Remainder's" hanno ceduto il passo, i grandi editori di fronte alla crisi hanno dovuto limitare fortemente le tirature dei libri, quindi le rimanenze da stock si sono assottigliate, mettendo a loro volta in ginocchio il mercato del libro così scontato e soprattutto le librerie "Remainder's". Questo ha fatto sì che la gente nel tempo abbia cominciato a disabituarsi all'equazione libro uguale sconto del 50% e a pagarli con il giusto prezzo di copertina. E allora ci hanno pensato nuovamente i potentati editoriali, che ormai controllano il 70% dell'intero mercato, legalizzando lo sconto per legge, dopo averlo perpetrato selvaggiamente per anni, senza alcun controllo, dalle librerie ai grandi centri commerciali fino alla catena "Autogrill".
Un Paese abituato da sempre a leggere poco, a dare scarsa importanza ai libri e alla lettura, non poteva che meritarsi questo tipo di mercato impazzito. Chi ci perde da una così assurda battaglia è sicuramente la cultura in generale.
Sarà sempre più difficile realizzare progetti culturali di qualità senza andarsi a confrontare con questa brutta legge e con un mercato drogato. I buoni libri realizzati dall'editore a prezzi di copertina obbligati dovranno per forza confrontarsi con il libro scontato, e il rischio sarà che la gente invece di privilegiare una scelta di qualità, ne effettuerà una sulla sola base della convenienza economica.
Angelo Leone (amministratore delegato Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri)

Di Angelo Leone. 23 ottobre 2010 | Archiviato in Echi quotidiani

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