9 aprile 2015 Lascia un commento
Il politicamente corretto e’ figlio e deriva di una idea marxista che tempo, storia e uomini hanno gia’ sconfitto ma come ben sintetizza l’autore "La carcassa [marxista] col prosciugarsi dei fluidi e l’espandersi delle sacche di gas, continuera’ ad emettere suoni e odori" ma qualcuno confonde gas mefitico con vita, percio’ il socialismo mondiale si tramuta in mondialismo e la lotta di classe, in lotta di genere e sesso.
Sconfitta e sconfessata anzi uscita disintegrata dagli anni ’70, la sinistra ripiego’ mestamente nelle universita’, nei centri della cultura e delle arti. Subi’ per un decennio l’imperiosa avanzata conservatrice che sintetizzata nel duo Reagan e Thatcher, diede il colpo di grazia alla gia’ agonizzante Unione Sovietica gorbacioviana, senza rendersi pero’ conto che quelle poche braci sinistre covavano nella cenere il riscatto passato attraverso la formazione culturale di una generazione che riprese perentoriamente il potere gia’ a partire da Clinton e nella sua forma tragica ma in quell’ottica perfezionata, di Obama. D’altronde Orwell ci ha insegnato come sia il linguaggio il grimaldello col quale fare leva per prendere il potere e gia’ oggi tra dispacci governativi e sentenze di giudici faziosi, il nostro lessico e’ seriamente handicappato, pardon disabile. La questione e qui entra in ballo il formidabile testo di Hughes, non e’ tanto il predominio di una fazione politica sull’altra ma il destino dell’Occidente tutto, le cui mura non solo scricchiolano ma e’ possibile vederle crollare in piu’ punti. Ovvio che quattro mezze tacche universitarie e due attorucoli non avrebbero potuto fare tutto questo da soli. Serve la forza dei soldi e qui s’inserisce di prepotenza De Benoist che come gia visto, spiega l’altro dietro le quinte. Hughes non e’ feroce, al contrario e’ terribilmente pragmatico, cronista di un disastro annunciato come fosse gia’ avvenuto, non usa mezzi termini per indicare colpe e colpevoli, nella realta’ statunitense che comunque si estende di pari passo su Europa e Italia.
Attenzione pero’, Hughes non esita a puntare il dito anche contro quella destra conservatrice ed intransigente che per i motivi opposti, trova funzionale il politicamente corretto per colpire i suoi nemici, anch’essi colpevoli di un palese disastro che tragicamente fa comodo a molti. Su questo almeno terminano i confronti con l’Italia dove lo scollamento dai grandi centri dell’informazione col reale pensiero popolare e dove lo sbilanciamento dell’informazione non permette neppure lentamente un confronto anche duro laddove la voce di milioni non ha un supporto mediatico adeguato. Indubitabile infatti lo squilibrio informativo e nulla si puo’ contro quei quattro personaggiucoli che dominano impuniti su tv e giornali .
Ad ogni modo poco cambia, anche su questo noi italiani siamo poco piu’ che uno sputo alla provincia dell’impero e come accade dal dopoguerra a oggi, subiamo ogni angheria mediatica e ogni ordine superiore ci venga rifilato.
Percio’ Hughes e’ lucidissimo e tira fendenti letteralmente a destra e a manca. Non cede allo sconforto ma allo stesso tempo sa che non ne usciremo allo stesso modo nel quale siamo entrati e non sara’ un bene.