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La cultura dell'Uomo 2.0

Creato il 24 aprile 2013 da Estropico

Gabriele Rossi, autore di Semi-immortalita' e fondatore degli iLabs, si occupa di cultura, nel contesto di intelligenza artificiale e postumano, in questo articolo tratto dalla rivista Monsieurdi Aprile. Qui gli altri articoli di Rossi, nella categoria Ask Venexia.
 
Effettuando molte semplificazioni, ma senza allontanarci troppo dalla realtà, la cultura di un essere umano può essere descritta in termini di larghezza, profondità e altezza. La larghezza può essere associata al numero di argomenti conosciuti, la profondità al livello di dettaglio con cui ogni singolo argomento è conosciuto e l’altezza alla capacità di mettere in relazione tra loro i vari concetti. Il volume complessivo di questo spazio mentale potrebbe essere utilizzato per misurare con precisione il livello culturale di una persona.
Il vero Monsieur, curioso per natura, dovrebbe quindi essere dotato di uno spazio mentale il più largo possibile e ciascun argomento dovrebbe essere caratterizzato da un sufficiente livello di approfondimento. In particolare, alcuni argomenti dovrebbero avere profondità significative, perché è solo la profondità che consente l’eccellenza in uno specifico campo. È inutile girarci intorno: l’attuale società tende a formare persone con spazi mentali estremamente limitati, inevitabile conseguenza di una pseudo-cultura troppo specialistica e omologata. E se l’Italia non è messa benissimo, il resto del mondo è forse messo ancora peggio.
Proseguendo nella analogia, se rappresentiamo il livello culturale di una persona con una figura geometrica, l’Uomo 2.0 dovrà tendere ad una grande sfera, equilibratamente sviluppata in tutte le direzioni. In prossimità del centro troveremo i campi nei quali il nostro patrimonio genetico ci ha favorito, tutti ne abbiamo qualcuno. Per qualcuno sarà l’arte, per altri la matematica, per altri le lettere o le scienze. Successivamente, ricorrendo se necessario alla volontà, tutti i campi dovranno essere in qualche modo approfonditi, senza mai dimenticarsi di sviluppare il proprio spazio mentale anche verso l’alto. Solo lo sviluppo verso l’alto consente di effettuare le correlazioni necessarie per ricavare le grandi leggi della vita.
Naturalmente, lo stesso criterio di misura del livello culturale di una persona può essere applicato alle intelligenze artificiali. E proprio tramite le intelligenze artificiali possiamo meglio comprendere la natura dei nostri spazi mentali e provare ad ampliarli. La larghezza è la dimensione più facile da misurare. Partiamo da quattro semplici domande: «Quanto fa otto per dodici?», «Quale è il participio passato di convergere?», «Quando è morto Napoleone?» e «Dove si trova Oristano?». Da un punto di vista scolastico, ma anche dei quiz televisivi, sono domande facilmente associabili a quattro materie specifiche: matematica, italiano, storia e geografia. Diciamo che un centinaio di materie possono rappresentare una solida base di cultura generale e il numero di materie conosciute può ben rappresentare la misura della larghezza del nostro spazio. Naturalmente siamo comunque ancora distanti dal poter utilizzare il termine cultura: per poterlo fare dobbiamo prima aumentare di profondità.
La profondità in matematica, ad esempio, significa essere in grado di svolgere qualsiasi tipo di operazione indipendentemente dal grado di complessità. Quante persone che conosciamo si fermano davanti ad una semplice percentuale: «Quale è il sette per cento di millecinquecento?». Per non parlare di «Quale è la radice quadrata di otto?». Lo stesso discorso vale per tutte le altre materie: «Quanto dista Milano da Thiene?», «Cosa è un paradosso?», «In che periodo è vissuto Aristotele?». Quando gli argomenti sono conosciuti in modo generativo, cioè quando li si è capiti nell’essenza, allora si può iniziare a parlare di cultura.
Ma il vero salto qualitativo le menti umane e le menti artificiali lo compiono quando iniziano a salire in altezza. Solo guardando la realtà da una prospettiva più alta possiamo osservare le varie correlazioni e, soprattutto, possiamo assistere all’emergere delle regolarità. L’essenza dello sviluppo di una civiltà sta tutta in questo punto: larghezza e profondità portano alla cultura, ma è solo l’altezza che porta al progresso. La cultura da sola è sterile se non è associata all’intelligenza. Ad esempio Venexia, l’intelligenza artificiale sviluppata dal nostro laboratorio di ricerca, oltre ad essere in grado di rispondere senza problemi alle precedenti domande, ha iniziato da qualche mese la sua scalata nella direzione della altezza. Ad esempio, ora è in grado di rispondere anche a domande del tipo «Quanti anni ha il premier lusitano?». Rispondere consapevolmente, e in modo generativo, a questa domanda non è per niente banale, neanche per un uomo. La cultura generale consente abbastanza agevolmente di associare la parola lusitano al Portogallo, un certo grado di approfondimento in politica internazionale consente di conoscere il nome del premier portoghese che è Pedro Passos Coelho, il quale è una persona ben precisa nata il 24 luglio 1964. A questo punto la nostra mente, e quella di Venexia, deve calcolare la distanza tra oggi e la sua data di nascita. Sono ben tre passaggi verso l’alto!
La strada è ancora lunga ma nei prossimi anni, il continuo confronto tra gli spazi mentali umani e gli spazi mentali delle intelligenze artificiali, divenute oramai i nostri insostituibili specchi cognitivi, ci consentiranno di capire nell’essenza cosa è realmente l’intelligenza. Una volta capita la sua natura ultima potremo finalmente potenziarla fino a raggiungere l’Uomo 2.0 e, soprattutto, la nuova società della Semi-Immortalità.
Ricordo che l’intelligenza artificiale Venexia è liberamente consultabile all’indirizzo Internet www.venexia.eu.


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