Condannare qualcuno al carcere per un’opinione, benché diffamante, è da repubblica delle banane. Anzi è qualcosa di peggio: è da dittatura, da Stato etico, da Stato di Polizia. Solo in Cina e nei paesi con un regime repressivo, si finisce in carcere per le opinioni date. Quando ciò accade anche in un paese sedicente democratico, allora è evidente che la democrazia è solo il vuoto simulacro di qualcosa che non c’è più o non c’è mai stato.
L’ultima proposta sulla legge “Salva Sallusti”, è quella di lasciare il carcere per l’autore dell’articolo, e una multa per il direttore responsabile. Così si salvano capra e cavoli: si salva una norma repressiva di stampo fascistoide, e si salva il direttore de Il Giornale, il quale essendo stato il direttore di Libero quando venne pubblicato l’articolo diffamante, si beccherà al massimo una multa salata.
Il problema però rimane. E quel problema è il carcere in alternativa alla multa o viceversa. Anzi, è di più, è la presenza ingombrante e intollerante di una norma penale in un’area come quella della libertà di espressione che è peggio di una nota stonata in una perfetta sinfonia. Il profilo penalistico contrasta fortemente con l’art. 21 della Costituzione, solo che i nostri politicanti vogliono avere un’arma di controllo nei confronti della libera stampa e dei blogger(la sanzione penale è ben più persuasiva di quella civile). Sia mai che non pubblichino o esprimano opinioni scomode. E badate: non ne faccio una questione di partigianeria politica. Sul punto, visto lo scempio della legge Salva Sallusti, perfettamente bipartisan, credo non ci siano grandi distinguo tra destra e sinistra.
La verità, e la ribadisco ancora una volta, è la necessità di abrogare ed espungere dal nostro ordinamento i vergognosi reati di diffamazione e ingiuria, e ricondurre gli stessi a dei semplici illeciti civili, da azionare davanti a un Tribunale Civile, dove il diffamato e l’ingiuriato possono domandare il ristoro del danno o la rettifica o quello che vogliono. Il processo penale per un reato di opinione è qualcosa di aberrante e intollerabile.
Ma come sempre accade, la politica ha il coltello dalla parte del manico, e ancora una volta vedremo nascere una brutta legge, che non solo farà polpette della libertà di stampa e opinione, ma accentuerà ancora di più l’appiattimento critico che impedisce la ricchezza delle idee e il confronto. Ora ci manca solo che ripristino il reato di blasfemia, e siamo davvero a posto. Welcome to back, Medioevo!
Link Sponsorizzati