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La cultura manettara non si smentisce mai. Ritorna il carcere per la diffamazione

Creato il 20 novembre 2012 da Iljester

La cultura manettara non si smentisce mai. Ritorna il carcere per la diffamazioneCondannare qualcuno al carcere per un’opinione, benché diffamante, è da repubblica delle banane. Anzi è qualcosa di peggio: è da dittatura, da Stato etico, da Stato di Polizia. Solo in Cina e nei paesi con un regime repressivo, si finisce in carcere per le opinioni date. Quando ciò accade anche in un paese sedicente democratico, allora è evidente che la democrazia è solo il vuoto simulacro di qualcosa che non c’è più o non c’è mai stato.

L’ultima proposta sulla legge “Salva Sallusti”, è quella di lasciare il carcere per l’autore dell’articolo, e una multa per il direttore responsabile. Così si salvano capra e cavoli: si salva una norma repressiva di stampo fascistoide, e si salva il direttore de Il Giornale, il quale essendo stato il direttore di Libero quando venne pubblicato l’articolo diffamante, si beccherà al massimo una multa salata.

La cultura manettara non si smentisce mai. Ritorna il carcere per la diffamazione

Il problema però rimane. E quel problema è il carcere in alternativa alla multa o viceversa. Anzi, è di più, è la presenza ingombrante e intollerante di una norma penale in un’area come quella della libertà di espressione che è peggio di una nota stonata in una perfetta sinfonia. Il profilo penalistico contrasta fortemente con l’art. 21 della Costituzione, solo che i nostri politicanti vogliono avere un’arma di controllo nei confronti della libera stampa e dei blogger(la sanzione penale è ben più persuasiva di quella civile). Sia mai che non pubblichino o esprimano opinioni scomode. E badate: non ne faccio una questione di partigianeria politica. Sul punto, visto lo scempio della legge Salva Sallusti, perfettamente bipartisan, credo non ci siano grandi distinguo tra destra e sinistra.

La verità, e la ribadisco ancora una volta, è la necessità di abrogare ed espungere dal nostro ordinamento i vergognosi reati di diffamazione e ingiuria, e ricondurre gli stessi a dei semplici illeciti civili, da azionare davanti a un Tribunale Civile, dove il diffamato e l’ingiuriato possono domandare il ristoro del danno o la rettifica o quello che vogliono. Il processo penale per un reato di opinione è qualcosa di aberrante e intollerabile.

Ma come sempre accade, la politica ha il coltello dalla parte del manico, e ancora una volta vedremo nascere una brutta legge, che non solo farà polpette della libertà di stampa e opinione, ma accentuerà ancora di più l’appiattimento critico che impedisce la ricchezza delle idee e il confronto. Ora ci manca solo che ripristino il reato di blasfemia, e siamo davvero a posto. Welcome to back, Medioevo!

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