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La cura delle varici: Fitocomplesso, Sinergia e Antogonismo

Da Euplio

La cura delle varici: Fitocomplesso, Sinergia e Antogonismo

La cura delle varici

Fitocomplesso

Si considera un fitocomplesso l’insieme delle sostanze di origine vegetale non riproducibili per sintesi chimica che sono presenti nella parte della pianta utilizzata come medicamento e che quindi sono responsabili dell’azione terapeutica specifica.

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E’ bene sapere che nel fitocomplesso oltre al principio attivo, responsabile della vera azione farmacologica, sono presenti anche sostanze inerti e sostanze il cui compito pricipale è quello di modulare e regolare l’attività farmacologia (assorbimento ed eliminazione).

Il fitocomplesso nei confronti del singolo principio attivo, presenta dei vantaggi.

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Vediamo quali sono:

  • la riduzione dei possibili effetti collaterali,
  • la migliore efficacia dei principi attivi per la presenza di sostanze che ne favoriscono l’assorbimento
  • la molteplicità di azione che permette di curare con un unico rimedio patologie diverse. Per esempio l’aglio oltre ad avere un’azione ipotensiva e antibatterica ha anche azione antiaggregante piatrinica.

Se vuoi altre informazioni sulla fitomedicina e la fitoterapia leggi quast’altro articolo che ho scritto sul blog

Però, bisogna dire anche che alcuni elementi che fanno parte del fitocomplesso, potrebbero comportarsi, nei confronti di alcune persone, come degli “allergeni” potenti, quindi nei confronti di queste persone la pianta e di conseguenza il fitocomplesso assumerebbe una “valenza” negativa, cioè si comporterebbe praticamente come una pianta da scartare ai fini della salute

Inoltre, altri elementi del fitocomplesso potrebbero causare effetti colletrali tali da farne sconsigliare l’uso fitoterapico.

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Pertanto qualunque pianta medicinale dovrà dunque essere valutata non solo per gli specifici fini curativi che essa ha, ma anche per quanto riguarda la sua possibilità di somministrazione nei confronti del singolo soggetto, quindi questo è di assoluta ed esclusiva spettanza del medico.

Infatti soltanto il medico potrà valutare la portata e la necessità di ricorrere ad un rimedio naturale di fitoterapia rispetto ad un altro, cosa che purtroppo oggi è troppo superficialmente sottovalutata.

Da circa un decennio, chiunque, si sente in grado di consigliare un rimedio naturale, non avendola giusta cognizione e la giusta preparazione per poterlo fare.

Ci vogliono anni di studio, anni di preparazione, anni di ricerca. Solo quando si è veramente sicuri di avere la giusta “Conoscenza”, solo allora si possono mettere a disposizione della gente i principi attivi che caratterizzano i rimedi naturali di fitoterapia.

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Gli “stolti” e gli “ignoranti” si basano principalmente su due proverbi che da secoli vengono tramandati:

  • “ogni erba che guarda in su, possiede la sua virtù”
  • “se l’erba il ben non ti darà, farti male non potrà”

Ma se il primo proverbio è sicuramente giusto, sul secondo tale sicurezza da luogo a molte critiche.

Occorre sempre ricordare che la pianta è un organismo biologico vivente, che rielabora diversi composti, ognuno dei quali può svolgere un’attività positiva o negativa nell’organismo dell’uomo.

È un laboratorio naturale che trattiene e metabolizza minerali presenti nel terreno, crea composti necessari alla propria economia, svolge la fotosintesi sotto i raggi solari, in ultima analisi è un laboratorio particolarmente attivo e, soprattutto non copiabile.

Se vuoi altre informazioni sulla fitomedicina e la fitoterapia leggi quast’altro articolo che ho scritto sul blog

Non è allora possibile accettare l’idea che “se la pianta il ben non ti darà, farti male non potrà”, opinione invece largamente condivisa da quelle persone che si avvicinano alla fitoterapia leggendo qualche opuscolo o facendo qualche corso di dubbio valore, presentandosi alla gente come esperto di fitoterapia.

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Questi nuovi “asceti” vivono nella convinzione che l’erba e la pianta medicinale, così naturale, così apparentemente innocua, non possa riservare sorprese negative.

SBAGLIATISSIMO!!!!!

Anche la pianta medicinale deve essere considerata farmaco, e presenta pertanto le proprie controindicazioni, che in alcuni casi sono più gravi di quelle che ritroviamo nel bugiardino (foglietto illustrativo) delle confezioni dei farmaci arrotati.

Per questa ragione la prescrizione non può essere lasciata a mani inesperte, che non conoscono la complessità delle azioni suscitate dai rimedi naturali di fitoterapia, nei modi in cui tali azioni si svolgono nell’organismo.

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L’uso delle piante medicinali, proprio perché farmaci, può essere gestito esclusivamente dal medico che assommi alle conoscenze di medicina anche quelle della fitoterapia.

Sinergia e Antagonismo

La sinergia è, per sommi capi, l’associazione di due o più farmaci, di due o più composti, la cui azione può dar luogo alle seguenti modalità:

  • Ad azione uguale (sinergia di somma): in questo caso i vari farmaci esplicano la medesima azione sull’ organismo.
  • Ad azione diversa (sinergismo di potenziamento): i farmaci esplicano azioni collaterali sull’ l’organismo.
  • Ad azione antagonista (si neologismo di degradazione): i farmaci, che singolarmente svolgerebbero la loro azione, uniti determinano un risultato diverso dal previsto, e alcune volte anche opposto.

Quanto detto sembra molto semplice all’apparenza, ma nella pratica la cosa è molto più complessa.

Infatti questa descrizione non tiene conto delle singole realtà organiche che, pur in presenza della medesima malattia, reagiscono differentemente di fronte un farmaco specifico.

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In altre parole occorrerebbe sapere curare la persona malata e non la malattia. Accettare questo punto di vista, farebbe tuttavia deviare il discorso verso metodi curativi che oggi vengono definiti “alternativi” e che esulano dall’oggetto di questo articolo.

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Anche per oggi ho finito

Vi do appuntamento al prossimo articolo per la continuazione

Un caro e cordiale saluto

La cura delle varici: Fitocomplesso, Sinergia e Antogonismo

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