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- Tra Natal Sharks e Blue Bulls non c'è storia, a Durban finisce 20-3, con meta di Lwazi Mvovo e piazzati di Patrick Lambie contro una punizione di Morné Steyn. Troppo ampio il divario tecnico tra le storiche rivali quest'anno, evidenziato dai punti in stagione regolare (35 contro 23) e dalle statistiche: miglior attacco e seconda miglior difesa per Natal, medio bassa classifica per i Bulls che hanno il peggior attacco della stagione per mete fatte; l'unico piazzamento significativo della squadra di Pretoria è la giovane apertura Louis Fouché, miglior marcatore del torneo, peraltro lasciato fuori dalla semifinale, dove è entrato tardi e come trequarti.
Partita molto controllata degli Sharks, che non sfruttano granché l'iniziativa offensiva che li ha portati dove stanno e mirano sostanzialmente al gioco territoriale col potente piede di Lambie per tener lontano il pack dei Blue Bulls - e il piede di Steyn - dalla zona rossa, rispondendo con la stessa moneta alle iniziative "up&under" dell'apertura ospite che lanciano soprattutto Zane Kirchner, mentre le ali Bjorn Basson e Akona Ndungane rimangono ai margini del gioco. Nei continui cambi di possesso e palle in aria si mettono al contrario in luce l'ala JP Pietersen e l'estremo Louis Ludik degli Sharks. I Bulls limitano i danni del primo tempo a 9-0, l'equilibrio resta a favore del team di casa anche nel secondo tempo, grazie alla imprecisione degli ospiti che perdono caterve di possessi ogni volta che tentano di mettere in moto la propria arma letale, il pack. Quando i Blue Bulls iniziano a trovare efficacia nelle loro progressioni davanti, grazie anche all'ingresso in mediana di Francois Hougaard al posto del molto attivo ma poco preciso Jano Vermaaak, siamo a 15-3 a dieci minuti dalla fine, l'ala Mvovo trova la meta che chiude la bloccatissima partita.
- Tutta diversa la storia all'Ellis Park di Johannesburg, dove Western Province passa alla fine sui campioni in carica Golden Lions con un 16-21 maturato nel frenetico finale ma determinato dai troppi errori dei padroni di casa. Il primo tempo è caratterizzato dal punteggio basso come piace alla miglior difesa del torneo da diversi anni a questa parte, quella dei visitatori, ma si chiude in loro vantaggio 3-6 solo per i tre errori abbastanza gravi su tre tentativi dalla piazzola per Elton Jantjies. Gli unici punti piazzati dai Lions sono dell'ala Ruan Combrink. L'altro giovane apertura opposta Demetri Catrakilis invece non fallisce le due opportunità che gli vengono concesse.
Di giovani WP non presenta solo lui nei ruoli dove tipicamente si privilegia l'esperienza: è primavera tutta la prima linea (tutti ventenni i piloni Steven Kitschoff, Francois Malherbe e il tallonatore Ntubeni), il mediano Groom (21 anni), la seconda linea, dove però Eben Etzebeth ha quasi più caps Springboks che anni. Avevamo comunque sottolineato la ritrovata pericolosità dei Capetonians non solo per i validi giovani sviluppati ma soprattutto per il rientro dei tanti Springboks, alcuni dei quali infortunati come Tiaan Liebenberg ma bastano Etzebeth appunto, Bryan Habana che si butta in mezzo senza paura e si ficca persino nelle maul, Duane Vermeulen autore di una partita molto autorevole, il decisivo Juan deJongh.
Riprendiamo la cronaca: i Lions tornano in campo nel secondo tempo con un piglio diverso e impongono la propria iniziativa, fatta di gioco veloce ricco di offload; al 44' finalmente Jantjies inquadra i pali (ma era impossibile fallire) ed è sei pari. Le percussioni e la velocità nei recuperi e nel gioco rotto alla fine fan trovare al 50' meritatamente la strada della meta al lock di casa Michael Rhodes, Jantjies trasforma per il 13-6.
Al 60' i cambi, tra gli altri esce anche inopinatamente Catrakilis rimpiazzato dal coetaneo Louis Schreuder e soprattutto Joe Pietersen al posto di Gio Aplon in fondo. Non si presenta bene l'estremo ex Bayonne, fallisce quasi subito una punizione. Attorno al 70' anche il subentrato centro di casa Hellberg si mangia la possibilità di chiudere la gara: ruba palla nella sua metà campo rilanciando avanti di piede ma non gli riesce "l'aggancio" calcistico per la seconda pedata quand'era in vantaggio su tutti nella corsa.
Gli ultimi dieci minuti sono epici, tra WP che tiene l'iniziativa nel disperato tentativo di ribaltare il risultato e i Golden Lions in agguato, rapaci su ogni ovale e pronti a riversarsi avanti. In una situazione del genere e a parità di determinazione, passa chi sa sfruttare al meglio nervi saldi ed esperienza. Difatti al 72' Joe Pietersen finalizza una serie di fasi d'attacco consentite da un poderoso break di DeJongh che quasi arriva fino in fondo da solo, inserendosi smarcato sulla fascia destra. Lo stesso fallisce la amgolata trasformazione per il pari, il punteggio è 13-11.
Altra serie di iniziative Lions che arrivano vicini alla meta con Jaco Taute che si dà un gran daffare, ma il punto del sorpasso lo inanella Joe Pietersen al 76' con un calcio di punizione abbastanza regalato dagli avversari: è 13-14. Nessun problema, Jantjies centra a sua volta un penalty dato via dalla difesa per fermare una maul, è contro sorpasso 16-14 e siamo a trenta secondi dalla fine. A quel punto il patatrac: Taute calcia lontano direttamente fuori dalla propria area dei 22metri, senza pensare che l'ovale gli era pervenuto da fuori area: è una rimessa laterale regalata ai Capetonians a dieci metri dalla linea di meta. Chi di maul ferisce di maul perisce: palla a Etzebeth irraggiungibile in cielo, la maul formata è da manuale e arriva inarrestabile fino in meta. E' pilotata dall'ex tallonatore Deon Fourie riciclato terza linea per necessità (c'è stata una morìa incredibile di back rower in Sudafrica quest'anno) ma anche per attitudine (tema interessante: l'hooker odierno è placcatore e ball carrier e quando si stufa di spingere in prima linea da pilone aggiunto, farebbe tipicamente un bell'openside: pensare a Ghiraldini). E' un finale al cardiopalma che regala la finale a WP, la più titolata delle franchigie sudafricane ma priva di titoli da dodici lunghi anni.
Inesperienza e fatal errors - i nove punti lasciati per strada quando la gara era bloccata, le mete mangiate, la mancanza di freddezza - costano ai Golden Lions la difesa del titolo, in un anno in cui la Provincia di Johannesburg avrebbe certamente voluto significare a "lor signori" che han deciso di escludere i Lions dal SuperRugby, l'errore che han fatto. Resta solo la parziale soddisfazione che non vale nulla della difficoltà dei Kings, maggior azionista dei Southern Kings che li rimpiazzerà nel massimo torneo per franchigie australi, a farsi strada verso l'elite, umiliati dai 50 punti presi in casa Cheetahs.
Non sarà facile per i Capetonians a Durban contro l'altra maggior contributrice degli ultimi Springoboks assieme a loro; sarà la finale tutta Costiera "giusta" sulla carta per quest'anno, anche se gli andamenti del campionato peraltro molto aperto, non l'avrebbero fatta pronosticare.
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