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In tempi di crisi si parla sempre più di “decrescita”.
Il “mito della crescita” per molte persone è da demitizzare: invece è da valorizzare la cosiddetta “decrescita”, un concetto che si fa sempre più strada nell’opinione pubblica.
Portato avanti, anche da personaggi famosi grazie ai media come Serge Latouche, il concetto di decrescita è improntato ad una riduzione dei consumi e ad una maggiore attenzione al risparmio consentendo così un rapporto armonioso fra uomo e natura che secondo molti è andato perduto.
Come dice spesso Latouche, c’è bisogno di una cambio di paradigma economico perchè “l’accumulazione infinita” dei capitali è assurda, impossibile.
Secondo Latouche cambiare paradigma economico vuol dire anche cambiare società: una società spesso definita da Latouche “frugale”, improntata ai valori perduti di un tempo, una società locale e artigiana, una società opposta a quella globalizzata di adesso.
Ai concetti di decrescita e di società frugale spesso si associano anche un maggiore rispetto per l’ecologia e l’ambiente e non meno importante il piacere di vivere in campagna a contatto con la natura: la vita di città e l’urbanizzazione “sfrenata”, che hanno da sempre contraddistinto l’epoca “capitalistica e industriale”, vengono viste come “cose da evitare”.
I movimenti e le associazioni che propongono la decrescita spesso propongono anche la “logica del risparmio energetico” e l’uso delle energie rinnovabili.
Come spesso ha detto Latouche: la decrescita non è più una scelta ma è obbligata a causa della crisi economica.