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La democrazia non è in vendita

Creato il 11 marzo 2013 da Danemblog @danemblog
Ho paura, che tutto quello che sta succedendo intorno al Movimento 5 Stelle, al Partito Democratico e alla necessità nazionale di trovare una via politica per creare un Governo, faccia passare sotto traccia la "questione De Gregorio". Premetto che ricordo i fatti, e so che De Gregorio, ha rappresentato solo un sasso tolto a quella debole diga, che permetteva al Centro-Sinistra di arginare l'instabilità del proprio governo. E poi so che è tutta una cosa da verificare, d'accordo, ma fin qui c'è una testimonianza diretta. Testimonianza non di uno che passava  per caso ed ha visto qualcosa: testimonianza del diretto interessato, che sebbene abbia "cantato" rischia di essere punito anch'egli.  E poi c'è la storia di Berlusconi, che (prima cosa) non è poi più molto appetibile per i media e ancora (seconda cosa) ci sono alcuni, come per esempio, che preferiscono non parlarne. Temo che tutta questa contemporaneità di situazioni coesistenti, dicevo, rischi di far passare come naturale, o poco importante (non so qual è peggio), come una delle solite, come un di quelle, come un baco del sistema repubblicano italiano, come una scilipozia qualsiasi. Che il Presidente di un partito politico di opposizione, paghi dei senatori di maggioranza, per togliere l'appoggio al governo - e quindi farlo cadere e quindi andare a nuove elezioni e quindi far campagna elettorale sull'incapacità di quelli appena "caduti" di reggere le sorti del Paese - può avere tutti gli estremi per rappresentare un golpe, un colpo di stato.  Tutto questo è inconcepibile, è vergognoso ed è gravissimo. Gravissimo: la democrazia non può essere comprata, con nessun genere di moneta.  Da qui si deve ripartire, per cancellare tanto del marcio passato. Finché questa, che passava come prassi più o meno consolidata (a quel che si apprende, almeno), non verrà cancellata dalla testa degli italiani, non ci saranno rivoluzioni elettorali che reggono.  Dire certe cose, non significa andare contro Berlusconi (sebbene implicitamente sia così). Significa andare contro un modo di vivere e pensare - spesso definito "berlusconismo" - al quale noi italiani abbiamo comodamente ceduto: oziosi, indulgenti, lassisti, permissivamente concussi e collusi. 

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