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La depressione post partum

Da Postpopuli @PostPopuli

di Claudia Boddi

La maggior parte delle neomamme riferisce che avere un bambino sia un’esperienza magnifica ma anche molto impegnativa: sembra quindi normale sviluppare stati d’animo di iniziale inadeguatezza per la paura di non sentirsi all’altezza del nuovo ruolo di madre e di sentirsi stanche. Tuttavia, fino a quando questa condizione risulta transitoria, senza essere d’ostacolo alle attività quotidiane, siamo nell’ambito del baby blues; viceversa, se persiste e si struttura nel tempo, siamo di fronte alla depressione post partum vera e propria.

Il baby blues è uno stato di leggera depressione, successiva al parto, che coinvolge il 70-80% delle donne ed è legata alle alterazioni ormonali e fisiche che si ripercuotono sulle oscillazioni dello stato d’animo, soprattutto verso il basso. Questo momento, generalmente, parte dal terzo, quarto giorno dopo la nascita della prole e dura circa due settimane, dopo le quali si risolve spontaneamente. Gli stati d’ansia, nervosismo e irritibilità, dovuti magari al fatto che il bambino piange sempre o non dorme di notte, si ristabiliscono insieme al livello del progesterone e degli estrogeni.

LA DEPRESSIONE POST PARTUM

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Quando, invece, i sintomi sopra descritti non scompaiono ma anzi tendono col tempo ad aumentare – fino anche all’anno d’età del bambino – ci troviamo ad affrontare la sindrome post partum vera e propria, che richiede l’intervento di uno/a specialista. Donne precedentemente venute a contattato con stati depressivi, piuttosto che coloro che vivono disfunzionalità tiroidee o che hanno esperito di recente eventi traumatici, come un lutto, che sono sole o in gravi condizioni socioeconomiche saranno le persone maggiormente esposte al disturbo post natale. Gli studi sul tema attestano che il fenomeno si verifica nel 10% della popolazione, ma le ultime ricerche testimoniano come il trend sia intorno al 20% ed in continuo aumento, soprattutto nei paesi occidentali. Sintomi di eccessiva svogliatezza, sonnolenza o marcate tendenze all’insonnia, disinteresse per il bambino, inappetenza e disperazione, i principali segnali della sindrome che, se non trattati a dovere, possono sfociare in situazioni ancora più complesse e preoccupanti.

Come la psicosi post partum che è una malattia mentale in piena regola e si manifesta su una donna su mille ed è causa di confusione, insonnia e paranoia ma anche di disagio sociale, tendenze suicide o anche omicide nei confronti del bambino. Questo caso specifico deve essere preso in carico con antidepressivi mirati e da un trattamento psicoterapico specialistico e, in alcune situazioni, anche con il ricovero in ospedale prima che la donna possa ledere a se stessa o al bambino.


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