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Quanto tempo è passato? Mesi? Anni? Ogni tanto ripenso a questo film e mi metto al computer cercando di recensirlo, cercando di scrivere qualcosa che non sia troppo pesante nè troppo leggero. Non ci riesco mai perchè dopo un po' che scrivo devo cancellare tutto e ricominciare da capo, sicuro che non sarà mai abbastanza.
Abbastanza cosa non so.
Mi fisso poi a guardare la locandina con sto tizio che mangia della pasta e mi viene un nodo alla gola dalla tristezza, e dire che la ho vista anche prima di vedere il film, ma cosa avevo per la testa quella sera?
Beh in verità tutto quello che potete vedere nella locandina qui a fianco c'è nel film, e viceversa.
Lo sai, lo sai perfettamente che sotto sotto e te che vogliono attirare, sono i tuoi soldi che vogliono, non quelli degli altri. Un bravo tedesco non andrebbe mai a vedere una cosa del genere e nemmeno un bravo italiano dovrebbe, ma tu no, tu vuoi andare oltre e sentirti diverso, percui lo vai a vedere, tu, pirla.
In verità c'è una cosa che si salva in questa vicenda: un robottino meccanico all'ingresso dell'orrenda sala cinematografica dove proiettavano questa roba, se infili una moneta si muove pure, è bellissimo e basta vederlo una volta per vivere per sempre felici e contenti.
Cosa centri questo col film non vi è dato a sapersi, ma da qualche parte ce lo dovevo pur infilare.
Dunque, intanto non è un film, è un documentario.
Già fare un documentario sugli italiani che vivono a Berlino per gli italiani che vivono a Berlino è un'idea quantomeno curiosa (oltre che idiota naturalmente).
Il vero problema è che è pieno zeppo di luoghi comuni, di gente che tira a campare alla bell'e meglio, di paste, di lamentele, di macchiette che speravi si fossero estinte già da un po'.
E invece no. Forse pensavi che finalmente una marea di cazzate stessero cadendo nel dimenticatoio, ma ci pensa questa cosa a ritirarle fuori e a darle nuova vita. Grazie.
E' inoltre evidente che sia tutto volutamente estremizzato e raffazzonato in maniera artificiosa, ma proprio non riesco a capirne il perchè. Forse si tratta di un tentativo di esagerare la caricatura per negarla, per svuotarla del suo significato e renderla inoffensiva. (Mah)
Forse è fatto per non italiani che si accontentano di poco per ridere, c'erano un gruppo di svizzeri che parevano avvallare questa ipotesi (tra cui la persona che poi vorrà vedere a tutti i costi "Love Steaks" chiosando con un compiaciuto "bello, è alternativo!"), ma è recitato interamente in italiano (seppure coi sottotitoli) e inserti in dialetti meridionali vari.
La trama è un pretesto: un giovane creativo che non trova spazio in italia va a Berlino a non trovare spazio. Si arrangia come può con particine in discutibili piccole produzioni, bighellona con altri italiani, si lamenta del freddo, ad un certo punto gli offrono un ruolo ma l'unica battuta che deve recitare è un insulto ai tedeschi (perchè?).
Fa tutte le cose che i nostri lettori più beceri si immaginano facciano gli italiani all'estero, quando non si tratta di cose squallide sono inutili, altrimenti sono probabilmente illegali, o perlomeno loro credono che lo sia.
Embeh? Dove è la novità? Quanti altri hanno già fatto cose simili? Troppi.
Che gusto c'è nello spettacolizzare e ridicolizzare la gente nei suoi aspetti peggiori?
E al solito mi sovviene il ricordo di quel grande direttore di regia che con veemenza sosteneva la superficialità di Pellicoledallabisso e la nostra scarsa propensione alla sperimentazione culturale.
A no era il misterioso utente Cosminscontra86 che inseriva insulti sotto le recensioni.
Se mai avete capito il significato della frase "quando sento la parola cultura, metto mano alla pistola" sappiate che è stata pronunciata dopo la visione di questo film, che ci crediate o no.
Recensito da: Ortnid
VOTI TRASH: 87/100
Noia: 87/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: n.p.
Presunzione della regia: 98/100
Incompetenza degli attori: c'erano degli attori?
SE TI PIACE GUARDA ANCHE: Brucia il passaporto ed emigra in Congo.
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