Una strada dell'antica Pompei
(Foto: Wikipedia)
In dieci anni di scavi, gli archeologi hanno isolato, all'interno di una parte non centrale della città romana, sepolta dal Vesuvio nel 79 d.C., tracce dei precedenti edifici di VI secolo a.C.. Lo scavo ha comportato un'analisi completa di abitazioni e negozi che si trovavano in una parte pressoché dimenticata di Pompei, non lontana da Porta Stabia. L'area comprende una serie di negozi nei quali venivano serviti cibi e bevande. Gli archeologi hanno esaminato attentamente il contenuto dei canali di scolo di questi negozi che convogliavano nelle fogne i rifiuti. Oltre a questi canali, sono stati ispezionati 10 latrine e pozzi neri, contenenti una buona quantità di alimenti trasformati, tra i quali cereali.
Proprio il materiale emerso dalle fogne ha rivelato la chiara distinzione socio economica esistente tra la popolazione dell'antica Pompei. I consumi erano piuttosto diversificati tra gli abitanti: vi erano alimenti meno costosi, come i cereali, la frutta, le noci, le olive, le lenticchie, le uova, alcuni tagli di carne e pesce salato proveniente dalla Spagna i cui resti sono emersi in questo quartiere abitato da gente di basso rango in quantità più che consistente.
Esplorando un canale che serviva una zona più centrale della città, invece, sono emersi resti di crostacei, ricci di mare ed altre prelibatezze quali, ad esempio, resti di giraffa. Sono state identificate anche delle spezie, alcune provenienti dalla lontana Indonesia. Uno dei depositi è stato datato dagli archeologi al IV secolo a.C.
In sostanza nessuno sembra potesse morire di fame nell'antica città alle falde del Vesuvio.