La difficile partenza del sindaco Galimberti: sfratto di una famiglia e tentativi di mediazione

Creato il 01 luglio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Il neosindaco Gianluca Galimberti pronunciava il giuramento di fedeltà alla Costituzione e il discorso d’insediamento nel primo consiglio comunale (ore 16 di ieri) proprio mentre la polizia iniziava a predisporre lo sfratto di una famiglia rumena con intervento dell’ufficiale giudiziario e delle forze dell’ordine. “La nostra forza è il bambino nella corsia di un ospedale, il cinquantenne che cerca lavoro…” Galimberti sottolineava l’attenzione ai più deboli mentre i più deboli, in via Filzi 44, non trovavano sostegno. Come affermato dall’assessore Andrea Virgilio, prima dell’inizio del consiglio comunale, la lista d’attesa per l’assegnazione delle case popolari non consentiva alla famiglia rumena di trovare subito una sistemazione, non potendo scavalcare in graduatoria altri assegnatari. Inoltre il fondo di solidarietà che doveva essere pronto, da quel che risulta, non è affatto disponibile, e nemmeno il fondo per la morosità incolpevole, destinato a chi realmente non può pagare l’affitto, a causa dell’incrocio perverso tra lavoro precario e impossibilità di sostenere il costo della vita.

Dopo il consiglio comunale, Francesca Pontiggia e Marco Licitra, neoconsiglieri, si sono subito recati in via Filzi 44, per prender conoscenza del dramma che si stava consumando e per tentare una mediazione con la proprietà e la polizia. Giungeva sul posto anche la direttrice delle Politiche sociali Eugenia Grossi. Il Comune era presente sin dalle ore 12, quando era previsto l’accesso dell’ufficiale giudiziario: oltre alla Digos interveniva infatti un dipendente di una cooperativa sociale, chiamato in casi simili per gestire le emergenze.

Il Comune ieri ha fatto sentire la propria presenza passo per passo, nel tentativo di evitare soluzioni più dolorose di quanto si potesse temere.

A ogni intervento di forza si accompagnava una prova di dialogo e mediazione, per convincere la famiglia a uscire di casa senza l’intervento della forza. Anche il proprietario, l’imprenditore titolare dell’Immobiliare Curtani, del fu Gian Curtani, si approssimava alla porta dell’appartamento della famiglia rumena, al secondo piano.

La forza tuttavia è stata usata. La porta è stata aperta dai vigili del fuoco. Prima sono stati portati fuori dalla palazzina in strada i componenti del picchetto del Comitato Antisfratto, uno per volta, accompagnati da due poliziotti, poi, uno per uno, i componenti della famiglia.

La circolazione era bloccata dalla polizia e dai carabinieri, in modo diverso rispetto a Spinadesco. Un cordone di agenti impediva l’accesso dalla parte di via Filzi che guarda verso piazza Risorgimento, un furgone di ampie dimensioni veniva parcheggiato in mezzo alla via, dalla parte verso la clinica Figlie di San Camillo.

Un’ambulanza era schierata accanto al furgone, in caso di bisogno. La municipale provvedeva a deviare il traffico dalla zona dell’emergenza.


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