“Arrivederci a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia che amo. Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità, tenuto conto della malattia in fase terminale, questo terribile cancro al cervello che mi ha imprigionato…ma mi avrebbe imprigionato tanto di più”
Brittany Maynard
Accade che alcuni fatti mi colpiscano più di altri, che parole mi entrino dentro più di altre e lascino segni indelebili, accendendo ricordi e lasciando certezze.
Brittany Maynard ( qui la notizia per chi non la conosce) ha deciso la morte assistita per annullare la morte naturale a cui sarebbe andata incontro ( forse) per la grave malattia, un tumore al cervello, cui era affetta.
Non entro nel merito della sua decisione, non ho volutamente seguito la notizia per mia espressa volontà di non farmi prendere dai miei giudizi personali. Ma una vicenda come questa, così intima, sbattuta su tutti i giornali, quasi uno spot, un format televisivo, un programma a puntate, su volontà dei protagonisti, mi porta a fare una considerazione. Una sola, Personale, vissuta.
Mia madre è morta di cancro in un letto di ospedale, dopo 5 anni di lotta estenuante e coraggiosa. Senza mai mollare un colpo, un attimo di cedimento. Lei avrebbe continuato a fare chemioterapie all’infinito se il suo corpo avesse retto, perché amava la vita. e non si arrendeva alla fine. Mai.
Leggere “Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità” come se decidere la propria morte sia più dignitoso che aspettare quella che la natura decide per noi, mi lascia un buco in mente: mia mamma, ve lo assicuro, ha accettato con immensa dignità il dolore, la fatica e la morte, nel silenzio della sua camera d’ospedale, con gli affetti vicini.
Non c’è più dignità di altra, cara Brittany, la tua è stata una scelta, tua, personale, coraggiosa. Ma non per questo più dignitosa di chi accetta il suo tempo, con coraggio, sofferenza, fatica, amore.
Chiara