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Osservate bene questa immagine. Colle della Portella sul Gran Sasso d' Italia (che era un vanto del regime fascista). Il rifugio Duca degli Abruzzi, ci sono arrivato ieri. Quando ho letto sulla targa l'altitudine stavo per svenire (e non solo per la rarefazione dell'aria): 2388 metri slm. La foto l'ho scattata da un'asperità superiore che secondo il gps del cellulare di mio cugino Fed è oltre i 2400 m ed è il punto più alto in cui siamo andati. In cui sono andato. Non sono mai stato a piedi in un luogo così elevato e ho vissuto dei momenti molto belli. Non solo per la compagnia (i miei cugini che vedo raramente). Siamo arrivati a Campo Imperatore in auto e abbiamo preso il sentiero verso il rifugio senza sapere la distanza. Alla fine son stati 40 minuti di cammino più o meno in bilico sui dirupi e c'era tanta gente. Chi stava lì solo a perdere tempo (giuro che ho visto persone con le infradito in un posto in cui davvero ci sarebbe bisogno degli Sherpa) e chi invece era alpinista con i controcazzi. Ho scattato molte foto, il panorama era magnifico.
Ecco, meglio lasciare spazio alle immagini. Questa l'ho scattata dal rifugio. In basso ci sono l'osservatorio astronomico, l'albergo (dove c'è ancora la stanza in cui passò qualche mese Mussolini), la funivia e gli impianti sciistici. Poi il resto del paesaggio parla da sé. Io vivo in montagna ma non così bella e non così vicina al cielo. A me questi luoghi mi fanno sentire vivo e molto piccolo. Uno sputo. L'aria è favolosa. Dovete salirci perché ne vale la pena: un po' di allenamento prima non guasterebbe (soprattutto per la discesa). Un luogo in cui si vedono ancora vacche e cavalli allo stato brado che stanno sul ciglio della strada indisturbate. Abbiamo visto al ritorno persino 2 aquile in volo ed è un evento straordinario. Sono poche. Io penso che quei rapaci siano i veri "padroni" di un luogo che è anarchico. Loro vedono tutto da lassù. Mi piacerebbe essere un rapace. Da semplice essere umano mi limito a godere del paesaggio e a faticare.
Un'altra foto scattata dall'asperità sopra al rifugio. Quello più alto è il Corno Grande: il vero gigante degli appennini con i suoi 2913 m. Averlo di fronte a pochi km di distanza è magnifico. Ho avuto dei momenti in cui mi tremavano le gambe per l'emozione. L'ho amato in un certo senso. La cosa curiosa è che è in provincia di Teramo pur essendo molto più vicino a L'Aquila! Beh questi son discorsi troppo umani. In fondo alle montagne non può fregargliene granché delle mappe e dei confini fatti da noi. Siamo solo dei granelli in confronto a loro. Ci sono sentieri che portano fino quasi alla cima (credo roba da alpinisti veri) oltre che al rifugio Garibaldi (il più alto).
Questo (fotografato sempre dalla stessa posizione) è il Corno Piccolo: alla faccia del piccolo! Si vede ancora una zona in cui fino a pochi anni fa c'era l'unico ghiacciaio degli appennini che poi si è sciolto grazie sempre alle nostre attività. Ci vorrebbero molti esseri umani in meno sulla terra. Di certo il ghiacciaio difficilmente tornerà. Oh stavo in maniche e pantaloncini corti e ci si poteva stare. Bellissimo sentire l'aria del Gran Sasso che ti carezza i peli. Alcuni temerari prendevano il sole a torso nudo. Quando stavo appoggiato alla ringhiera del rifugio mi è venuto in mente questo post e mi è venuto da ridere. Non ero in una situazione totalmente distante. Ho pensato a Lei.
A me piace isolarmi e vi assicuro che anche se c'erano 30 persone la mia mente era isolata; un po' per l'aria che non ti fa ragionare e un po' perché non puoi crucciarti lassù. La testa si svuota. Non ho pensato ai problemi gravi che sono spintati dal nulla negli ultimi giorni, cose con le quali non pensavo di dover avere a che fare prima di poco tempo fa. Non ho pensato alla finanziaria e i relativi discorsi dei menestrelli alla corte del papi. A parte Lei non mi è venuto in mente nulla di "esterno". Forse perché Lei è un discorso a parte, una categoria che per fortuna non ha etichette e non ce le voglio mettere: non è l'esterno.
Per il resto appunto ho solo guardato, assaporato l'aria, ascoltato il vento e i versi degli uccelli, ho sorriso, mi sono divertito. Ho sudato, mi si stava gelando la schiena. Scendendo c'è mancato poco che cadessi (e lì ahi voglia a chiamare aiuto!) poi dalla base ho ammirato quello che avevo fatto. "Non è possibile che sia appena stato lassù". In fondo questi luoghi ti lasciano nel mistero: ci vai e tenti di penetrare ovunque ma sono loro che penetrano dentro te. La roccia ti scruta e ti coccola. Ti può anche punire. L'erba odora di selvaggio, di purezza. Al ritorno un'altra occhiata alla piana: sarebbe stupendo portarci Lei. Ci perderemmo nella vastità.
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