Dopo la copertina del nuovo numero di Amica con la bella Irina Shayk ricoperta da una pelliccia e con un tigrotto in braccio tutto il mondo del web è esploso ed ha gridato allo scandalo, scatenando una protesta senza fine, accuse, commenti e invitando lo stesso Direttore Cristina Lucchini a lasciare la rivista.
Io sinceramente non vorrei esprimermi a riguardo ma non facendolo sarei catalogato come un codardo. In realtà come molti di voi penso che questo articolo sia stato fatto per fare notizia in un periodo i cui il giornale Amica naviga in brutte acque e scarsi risultati.
Però credo anche che Amica è vero, ha scritto questo articolo ma non sono da meno molti altri giornali come Amica e siti web che ci ci assaliscono con immagini e servizi fotografici dove vengono usate le pellicce.
Le case di moda le producono, ormai anche per l’estate, le griffe pagano i giornali per la publbicità e le fashion editor le indossano durante le sfilate e le usano per gli shooting…di questo nessuno si scandalizza.
Allora io sono in parte d’accordo quando la direttrice spiega che il problema deve essere risolta alla radice, cioè con una legge che vieti di usare le pellicce, ma a questo punto anche il pellame. Ed i serpenti ed i pitoni dove li mettiamo???
Ecco la lattere della Direttrice d’Amica:
A tutti gli animalisti, i vegani, i militanti di associazioni contro l’utilizzo degli animali nell’abbigliamento che mi hanno scritto con insulti, proteste e minacce.
Forse non ci siamo capiti. La copertina con il chiaro interrogativo “Amo gli animali. Devo proprio rinunciare alle pellicce?” (e non le sue versioni modificate che sono state trascritte) non vuole prendere alcuna posizione a favore. Vuole aprire un dibattito.
Amica è un giornale di moda. Irina Shayk una famosa modella. Nessuno si sarebbe scandalizzato se l’avessimo fotografata con indosso una pelliccia. Che piaccia o no, non sono fuori legge (tranne quelle delle specie protette segnalate a pagina 91).
Consapevoli, ma non incoscienti abbiamo fatto di più. Ci siamo chiesti e abbiamo chiesto ai lettori se amare gli animali significhi automaticamente non indossare il loro pelo. Scontato che per voi la risposta sia sì.
Meno scontato che chi ne indossa una, magari ereditata, comprata di terza mano a un mercatino, debba sentirsi automaticamente un assassino. Nessuna presa di posizione a favore, nessuna presa di posizione contro.
Il pezzo di Rosa Matteucci, scrittrice di fama riconosciuta, esprime i dilemmi sull’argomento, non una posizione personale, né tanto meno del giornale.
Come si è detto rispettiamo chi rinuncia a mangiare carne e pesce, chi si veste solo di fibre vegetali, chi lotta per i diritti di esseri viventi senza voce. Ma non tolleriamo la violenza. Le aggressioni verbali e fisiche. Che indeboliscono la causa invece di sostenerla.
Questo giornale, proprio perché libero, ospiterà articoli contro la vivisezione, contro le barbarie e a favore dell’ecologia.
Nello scorso numero di agosto avevamo pubblicato un reportage dal titolo “Vergogna!” contro l’inquinamento di mari e spiagge (che uccide tante specie animali). Non un riscontro, non una mail di sostegno, non un commento è arrivato in redazione. Mi chiedo dove fossero le persone sensibili….
A chi poi mi ha chiesto se il tigrotto è stato scuoiato vivo dopo lo shooting, rispondo con una rassicurazione: sta benissimo,vive con la madre in un grande parco, ha genitori adottivi che lo coccolano di continuo e forse è più al sicuro lì che facile preda di cacciatori senza scrupolo.
A chi lotta per fermare il commercio di pellicce un consiglio: queste battaglie si vincono con un referendum, un disegno di legge (come in Paesi più evoluti del nostro è stato fatto) non con gli insulti. Un civile dibattito era quello che speravamo di ottenere.
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