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La disciplina di partito è salva. La Sardegna molto meno

Creato il 07 agosto 2012 da Zfrantziscu

Con la ipocrita complicità di gran parte dei deputati eletti dai sardi, anche la Camera ha deciso poco fa di assestare un colpo micidiale all’autonomia speciale della Sardegna e (delle altre regioni a statuto speciale). Una ferita pesantissima sia alla sua economia sia all’elemento principe della sua specialità, la lingua sarda. Ferita gravissima perché inflitta con il concorso attivo di molti dei 17 deputati che noi abbiamo spedito a Roma nell’illusione che potessero rappresentare i nostri interessi e non solo quelli dei rispettivi partiti. Pochi, nella maggioranza che appoggia il Governo Monti, hanno anteposto la loro coscienza di rappresentanti del popolo sardo all’obbedienza al Partito, nel votare il decreto di Revisione della spesa. Ho parlato di complicità ipocrita. Chi dei votanti a favore ha parlato pubblicamente del proprio atteggiamento non ha espresso un convinto appoggio al decreto di Revisione della spesa. I più, sia a destra sia a sinistra, hanno mugugnato, altri hanno detto cose di fuoco contro il provvedimento del Governo, annunciando poi che avrebbero votato a favore “per disciplina di partito”, in ricordo dei bei tempi del centralismo democratico alcuni e degli ordini di scuderia altri. Una pagina pessima nella storia della autonomia della Sardegna. Di quanti hanno disubbidito agli ordini di scuderia (Mauro Pili, a quel che si sa, degli altri sapremo domani) dubito ci sia stato qualcuno a richiamare la porcellata fatta contro la lingua sarda (la friulana e l’occitana) e di mettere la questione nel paniere dei propri no a Monti. Dei votanti a favore del governo, solo Caterina Pes, del Pd, ne ha fatto cenno, ritenendo la questione a parole importante, ma non tanto da non farle cambiare parere. È da questo partito, il Pd, che sono venute le critiche più dure all’attacco portato dal governo alla specialità autonomistica. E invece di votar contro, vota a favore. Non servirebbe a niente, neppure se ne accorgerebbe il governo del voto contrario dei deputati sardi, secondo quanto ha affermato Giulio Calvisi. Una incredibile confessione di inutilità di ruolo, insomma. La confessione che in Parlamento si va per votare secondo disciplina di partito, non per fare gli interessi degli elettori. Qui non si leggerà mai una lista di buoni e di cattivi, ma credo che l’anno venturo i sardi dovranno pur chiedere ai deputati e senatori da essi eletti che cosa hanno fatto per loro, in più di seguire la disciplina dei rispettivi partiti.

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