La disinformazione senza rischi

Creato il 13 aprile 2014 da Speradisole

LA DISINFORMAZIONE SENZA RISCHI

Da qualche tempo a questa parte la propaganda politica del Movimento 5 stelle ha compiuto un salto di qualità inquietante: da paladini della verità i deputati grillini si sono trasformati in creatori di bufale che poi fingono di smascherare. E’ accaduto più volte, a distanza ravvicinata. Il meccanismo è abbastanza semplice:

1) il governo annuncia un provvedimento che i grillini ritengono possa far breccia nel loro elettorato;

2) dal Movimento parte una campagna di disinformazione volta a dimostrare che quel provvedimento è fasullo o ne nasconde un altro e, quindi, il vero scopo del governo è fregare i cittadini.

Partiamo dal caso più recente. Il mese di maggio si avvicina e con esso il momento in cui, a detta del Governo, 10 milioni di Italiani riceveranno circa 80 euro in più al mese in busta paga. La deputata a 5 stelle Carla Ruocco, in un post sul sacro blog (quindi ex cathedra) tuona contro “la balla degli 80 euro”, sostenendo che il Governo è pronto a dare con una mano 80 euro (quindi non è una balla, verrebbe da dire) ed a toglierne con un’altra 65 a ben 5 milioni di italiani. Con un protocollo ormai ben sperimentato, le elucubrazioni della deputata Ruocco vengono fatte rimbalzare da un social network all’altro, spinte dall’esercito di militanti dell’etere che producono centinaia di messaggi del tipo “guardate cosa vi stanno facendo…” seguiti dall’immancabile link al blog della Casaleggio & Associati (che sui clic ci guadagna, ma questa è un’altra storia).

Quello che sostiene l’Onorevole Ruocco è falso (e qui Ernesto Maria Ruffini spiega molto bene perché), ma intanto per un giorno intero in rete ed in TV non si è parlato d’altro. Un altro esempio di questa tecnica di guerriglia della disinformazione è stato dato a proposito della vendita annunciata (ed in parte già realizzata) di 150 auto blu del governo su Ebay.

In quell’occasione fu il vice presidente della Camera Di Maio a sollevare il polverone, seguendo lo stesso identico procedimento utilizzato sopra. Il provvedimento viene collegato (falsamente) ad un altro provvedimento (nel caso specifico riferito addirittura al governo precedente) ed il messaggio che viene lanciato è “da una parte vi dicono che vendono 150 auto blu, dall’altro ne comprano 210″. La vicenda è stata riassunta egregiamente su Giornalettismo, quindi non ci tornerò, ma anche qui le cose che diceva Di Maio si sono dimostrate false, mentre l’effetto è stato che una parte dell’opinione pubblica è stata convinta che in realtà il governo sta barando.

Potrei continuare con gli esempi, ma mi fermo. Voglio soffermarmi, invece, sui motivi che spingono i grillini a comportarsi così e sugli effetti di questo comportamento sulla società tutta. I motivi sono semplici. Si disinforma senza correre rischi.

Come mai, infatti, il “la” a questo tipo di operazioni viene sempre da un Parlamentare? Presto detto, la risposta è nel primo comma dell’art. 68 della Costituzione: “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni.”

Niente diffamazione quindi. Nessun reato potrà essere loro contestato per la diffusione di notizie false. Se le stesse cose che hanno detto Di Maio e Ruocco le avesse scritte un giornalista, sarebbe stato costretto a rettificare. Se le loro parole fossero state ritenute diffamatorie, il diffamato avrebbe potuto adire le vie legali. Contro i Parlamentari, invece, nessuna di queste strade è percorribile. La bufala non è smentibile né se ne può chiedere la rettifica. Prova ne è che si trovano ancora lì, sul sacro blog, pronte ad essere lette e credute dal primo che passa.

Gli effetti di questa propaganda quali sono? Sotto il profilo elettorale non so vagliare l’efficacia di queste tecniche. Magari servono, magari no. Ci toglieremo il dubbio alla fine di Maggio, quando si voterà per le europee. Sotto il profilo del nostro essere comunità e della fiducia nelle istituzioni, invece, questo atteggiamento è devastante. Instillare la certezza che non si possa credere più a niente, che le istituzioni sono composte da bande di malfattori, falsari e bugiardi, pronti a fregarci con il più classico dei giochi delle tre carte, non può che portare ad un peggioramento della vita di tutti noi.

L’altro giorno discutevo su facebook della vendita su ebay delle auto blu e di come il loro prezzo finale sia stato ben superiore a quello di mercato, mi è stato risposto “non credere a quello che leggi, non ci vuole niente a creare degli account fasulli per far crescere le offerte e gonfiare il prezzo”. Una parte di me sorrideva, immaginando un pool di 007 (il lavoro sporco lo si fa fare ai servizi segreti, no?) intento a creare nickname fasulli su ebay per poter piazzare le offerte su una lancia thesis. Un’altra parte di me, però, è seriamente preoccupata. Se un movimento politico forte del 25% dei consensi assume le regole di una setta religiosa, dimostrandosi pronto a propagandare il falso per perpetrare il mito della propria superiorità e della disonestà di tutti gli altri, si crea un effetto destabilizzante mostruoso.

Io credo, invece, che ci sia bisogno, in Italia, di una ripresa di cui non si parla mai, la ripresa della fiducia nelle istituzioni. Come sa benissimo chi è stato tradito almeno una volta, la fiducia è un bene preziosissimo, facilissimo da perdere e difficilissimo da riconquistare.

Da un movimento che si auto-rappresenta come nuovo e immacolato ci saremmo aspettati non dico l’infallibilità, non dico l’umiltà di chiedere scusa quando si sbaglia, ma almeno una pratica politica diversa dalla costruzione delle panzane a tavolino per un bieco tornaconto elettorale. E invece.

(Fabio Avallone)



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