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La Divina Commedia tra videogiochi, app e traduzioni slang

Creato il 21 gennaio 2014 da Temperamente

Dante03Calvino aveva ragione quando sosteneva che i classici hanno sempre qualcosa da dire. Se poi l’oggetto della discussione è la Divina Commedia del sommo poeta fiorentino, allora le direzioni della conversazione sono innumerevoli.

Cominciamo da un recupero del poema in chiave ludica. Mi chiedo che faccia avrebbe avuto Dante a vedersi recapitare un pacco contenente Dante’s Inferno, al di là del profilo serio e imperturbabile che le antologie ci offrono di lui. (In realtà ho provato a figurarmi anche l’espressione di Benigni!)

Dante’s Inferno è un videogioco uscito nel 2010, ispirato al più noto poema italiano di tutti i tempi: la Divina Commedia. Più precisamente, all’Inferno. E allora, perché un sito letterario dovrebbe interessarsi ai video games? Può succedere se si ha contatti ravvicinati con un appassionato di giochi virtuali e se si ama la letteratura, anche quando ripresa e trasposta in una realtà (poco reale!), tutta da vivere…ops, giocare!

Dante’s Inferno presenta una trama non molto fedele rispetto all’opera originale. Dante, al ritorno da una crociata, trova violata la bella Beatrice, la cui anima viene sottratta da Lucifero. Deciso a inseguirlo, si ritrova in una realtà infernale, riprodotta nei termini descritti dal poeta fiorentino. Il protagonista deve percorrere tutti i gironi fino a raggiungere Lucifero, per affrontarlo “di persona”. Virgilio, intanto, compare in momenti specifici per illustrare l’ambientazione del girone che si sta per visitare.

I fruitori di videogiochi hanno trovato la resa grafica curata nei dettagli, il sonoro in grado di trasmettere il clima tenebroso e angosciante e la costruzione di alcuni personaggi (quali Caronte, Minosse, Cerbero) ammirevole. Il giocatore è portato in un’atmosfera surreale e coinvolgente.
Le avventure di Dante, tuttavia, si concludono in poco tempo (circa 8 ore), anche se si può ricominciare, selezionando il livello di difficoltà con cui il protagonista si troverebbe ad affrontare i propri nemici e gli ostacoli della sua missione. Si pensa addirittura ad un cortometraggio, affidato al regista Fede Alvarez. Non pensate che vogliamo demonizzare – è il caso di dirlo – la trovata ludico-tecnologica che ha permesso al poema epico italiano per antonomasia di toccare adolescenti e non solo.

Vi è inoltre un’app (itunes.apple.com/it/app/la-divina-commedia) che permette di leggere il viaggio di Dante nei mondi ultraterreni comodamente dal proprio iPhone, anche in treno o mentre si fa la fila alla posta o – perché no? –  in attesa di sostenere l’esame di letteratura italiana!

La poesia, si sa, non è materia ambita dai giovani studenti italiani. C’è allora chi si è dilettato nella traduzione slang del primo canto dell’Inferno (almeno l’avvio a uno studio più serio è allietato da un linguaggio più comune), come potete leggere qui www.skuola.net/news/scuola/inferno-parafrasi-slang.html.

Senza nulla togliere alla fantasia e alla volontà di rendere attuali opere colossali della letteratura, restiamo sempre del parere che se avete voglia di vivere un’esperienza che trascenda il tempo e lo spazio, non vi resta che aprire la Divina Commedia e godere del potere eternante della poesia. Non c’è videogioco, traduzione o app che possa tenere. E poi, chissà che tra quelle terzine non si nasconda il segreto per rendere studi, giochi e attese interminabili più accattivanti e culturalmente stimolanti.

Susanna Maria de Candia


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