di Enrico Porqueddu. Leggi un libro, scorri un giornale, accendi il computer, ti fai una passeggiata, vai a teatro, vai in una sala cinematografica e assisti alla proiezione di un film, mentre rientri a casa incontri l’amico di una volta e poi, fra le mura domestiche, accendi il televisore. Ti prende il sonno, dormi sul divano e sogni.
La tua mente si affolla di immagini, visi, paesaggi,traffico cittadino.
Ti svegli e, pur sapendo di avere sognato, nulla ad essa sfugge.
Allora diventi “l’emigrante della memoria”.
Ripercorri quegli anni della giovinezza, quando, alla fine delle lezioni, ti fiondavi nel campetto vicino e qualche calcio al pallone lo davi, ma eri inadeguato. Nel pallone non ci sei mai entrato perchè venivi richiamato dalle belle forme dell’amichetta un po’ più grande, studentessa di una classe superiore. Anche lei ti guardava ma subito volgeva gli occhi altrove, tanto per farti capire che non le interessavi e tu rientravi a casa col pensiero di lei.
Il giorno dopo eccoti di nuovo in classe, di nuovo nel campetto, di nuovo accanto a lei, ma ti mancava il coraggio.
Poi, un amichetto le si avvicinava e riusciva ad intrattenerla per qualche minuto. Il giorno dopo, idem.
Dentro di te comincia a muoversi il diavoletto della competizione, se ci riesce lui, perchè non io?
Scatta l’idea, l’avvicini, le fai un sorrisetto e le chiedi se, per caso, quel quaderno che le porgi l’ha perduto lei.
No, non le appartiene ma inizia un dialogo che dura giorni e giorni mentre cresce la confidenza e credi di averla conquistata.
Il giorno dopo, però, riecco quel tizio che la scorta e tu?
Qualche altro tentativo e poi capisci che a lei interessi meno di un carciofo.
Ti arrendi mentre l’anno scolastico continua e giunge al termine.
Un’intera estate senza vederla e a settembre riprendono le lezioni.
Laggiù, in fondo al corridoio, ti pare di riconoscerla, ma sì, è lei! L’avvicini, piacevoli convenevoli ma lei distrae lo sguardo, tu la imiti e chi ti vedi?, ancora quel tizio. Ti saluta velocemente e corre verso quello lì.
Bacetti sulle guance, ti ignorano e, mano nella mano, si allontanano.
Partita persa!
Finiti gli studi trovi lavoro e ti pare altra vita, giustamente.
Una domenica mattina, passando davanti ad una chiesa, vedi tante macchine e tanta gente. C’è un matrimonio e, incuriosito, sbirci per vedere gli sposi. Che colpo!, sono loro, la ragazzina e il tizio di tanti anni fa, oggi sposi.
La memoria va a ritroso nel tempo……. ma che aveva quello lì più di te?
Non dedichi molto tempo al quesito, giri di spalle e te ne vai, non prima di aver augurato loro una lunga e felice vita matrimoniale. Resti solo.
Non proprio, perchè la tua memoria ti aiuta a chiederti cosa hai fatto in tutto quel tempo e quali sono stati i momenti belli o meno che hai vissuto
Parti ancora da lontano e ricordi la tua famiglia, i tuoi fratelli e sorelle e quei due meravigliosi genitori che ti hanno e li hanno cresciuti. A tavola in dodici, dieci figli e due genitori.
Tutti educati e pulitini in attesa che arrivasse la zuppiera cola di maccheroni, tutti serviti dall’infaticabile mamma.
Poi il secondo piatto, patate bollite. Frutta?, neanche per sogno,……… erano gli anni quaranta.
La guerra era finita da poco, le famiglie erano numerose e ci voleva la grazia di Dio per tirare su tanti figli.
La radio era un mobilone attorno al quale si riuniva la famiglia, il papà, melomane, appassionato di lirica quando l’Eiar mandava in onda il Rigoletto o la Forza del destino, munito di libretto,ne raccontava la trama alle figlie e ai figli incuriositi e, allo stesso modo attenti e appassionati al bel canto. Gli anni quaranta..gli anni cinquanta……
Ti vengono in mente i primi concorsi di Miss Italia e per questi si affacciano morbide figure come la Silvana Pampanini, Rossana Martini, (Miss Italia a Stresa nel 1946) o Tina de Mola (Miss Sorriso d’Italia nel 1946).
Altre fantastiche donne di quegli anni, Gina Lollobrigida e Lucia Bosè, Eleonora Rossi Drago, Gianna Maria Canale, la prorompente bellezza di Silvana Mangano in quel “Riso amaro”
Nel buio della tua stanza, con gli occhi aperti, fissi quella briciola di luce che si fa largo fra le persiane e la mente immagina il futuro, mentre nel labirinto della tua testa, come in una pellicola, scorrono le immagini di Totò, Amedeo Nazzari, Luchino Visconti, Fulvia Franco (Miss Italia 1948) e ancora Odoardo Spadaro, Beniamino Gigli e la sua voce potente e melodiosa. Poi, nei primi anni cinquanta, eccoti la triste, tragica vicenda di Marcella Mariani, una splendida ragazza, Miss Italia 1953, uccisa e protagonista di una delle più controverse vicende giudiziarie dell’epoca.
Ricordi in libertà, con una memoria claudicante che comunque ti ha formato. “Amici vicini e lontani…”, la voce di Nunzio Filogamo e poi arriva la televisione.
L’Eiar diventa Rai.
Hai qualche annetto sulle spalle e vieni catturato dal giornalismo, ti ci tuffi, nuoti, vai sotto, resisti e diventi professionista. Ed ecco che arriva il “miracolo economico italiano”…
Che bello sentirsi vivi in una nazione di “navigatori” che non perdono nè l’entusiasmo ,né quella nave, ma neppure il piacere de “La dolce vita”, per chi se lo può permettere.
Scandali politici in servizio permanente effettivo. L’Italia che cresce ed il ricordo di quel formidabile Papa Roncalli, Alcide De Gasperi, Giulio Andreotti, Giuseppe Saragat e Antonio Segni.
Esci di casa, vai al lavoro e, in quei frangenti, dentro di te si sta formando l’uomo.
La storia va avanti e tu fatichi a seguirla. I fatti quotidiani sono talmente tanti che riesci, a malapena, ad imprigionarli nella tua mente.
Passeggiando lungo un viale ti accorgi che ti sta venendo incontro un signore, anziano, con la sua signora ed entrambi spingono una carrozzella. Ma chi sono? Caspita!, sono loro, la scolaretta di tanti anni fa e il suo tizio, sono nonni!
Accenni ad un sorrisetto in attesa di risposta….niente!, non ti hanno riconosciuto o hanno fatto finta.
Magari a loro fa difetto la memoria, a te, no.
Continui a fare e ad essere “l’emigrante della memoria”.
Featured image, targa dedicata a Federico Fellini in Via Veneto, autore Peter Klarke, opera propria, fonte Wikipedia.