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La domanda di Andrea Giunchi – Cosa significa ridimensionamento?

Creato il 17 luglio 2012 da Vivalafifa @WlaFifa

La domanda di Andrea Giunchi – Cosa significa ridimensionamento?

Thiago Silva se n’è andato al Paris Saint Germain, è ufficiale.

Ibrahimovic pure, è ufficioso.

Il Milan ha incassato una bella somma, soprattutto per il difensore brasiliano, e libera il proprio bilancio dall’ingaggio dello svedese, che è più ingombrante di un SUV in doppia fila negli stradelli di Marina di Ravenna.

Tutto normale, condivisibile, legittimo. Persino già visto.

Frase fatta di Andrea Giunchi: Per 40 milioni di euro, Thiago Silva l’avrei portato a Parigi anche sul cannone della bicicletta.

Lo stesso Ibrahimovic lasciò l’Inter per il Barcellona, non molto tempo fa. Shevchenko e Zidane lasciarono Milan e Juventus per approdare al Chelsea ed al Real Madrid.

Le nostre squadre ricevettero cospicui conguagli, e con quei soldi andarono ad acquistare grandi campioni, o consolidarono rose che poi vinsero trofei importanti.

Ceduto Ibra, l’Inter ricevette Eto’o e la stagione più Speciale della sua storia. Ceduto Sheva, il Milan andò a vincere la finale di Champions League di Atene affidandosi a Kakà, Seedorf ed Inzaghi. Ceduto Zizou, la Juventus si assicurò Buffon, Nedved e Thuram: un Pallone d’Oro, un Campione del Mondo, ed un portiere tra i più grandi nella storia del gioco del calcio, che ancora difende i pali dei bianconeri.

Ibra, Sheva, Zizou: tutte operazioni dolorose, ma di sicuro beneficio.

Frase fatta di Andrea Giunchi: Saper rischiare è la chiave per il successo.

“Ma che vor dì sape’ rischiare? Se’ggià o’sai mica rischi. Eh.” [cit., Chanel Totti]

La forza delle idee delle grandi squadre d’Italia ha quindi saputo sfruttare gli assegni multimilionari staccati da chi aveva l’esigenza di vincere subito, o di acquistare rapidamente blasone e credibilità internazionali, come il Paris Saint Germain.

Però, oggi, c’è chi teme un ridimensionamento.

Cioè che il Milan, e dunque la Serie A, perda due campioni senza poi andare ad acquistarne di altri.

Cioè che il Milan non sia in grado, a fronte delle cessioni, di vincere una Champions League, dando lustro e se stesso ed alla Serie A tutta.

Cioè che si vada ad incassare, senza reinvestire, sul breve o sul lungo periodo.

Frase fatta di Andrea Giunchi: son tutti Berlusconi coi soldi degli altri.

Fatti alla mano, dobbiamo tuttavia dare ragione a Mino Raiola, lo “Spielberg dei Procuratori” [autocit.], curatore degli interessi di Ibrahimovic: perdendo Zlatan, la Serie A perde il suo ultimo giocatore di livello mondiale (l’altro era Thiago Silva…ahia).

Ci resta, forse, Pirlo. Ma è troppo poco, nonostante il cucchiaio.

C’è poi da registrare un altro caso drammatico, passato sottotraccia perché meno eclatante, ma non per questo meno indicativo del declino del nostro campionato.

La squadra classificatasi TERZA in campionato nell’ultima stagione, migliorando di una posizione il risultato già eccellente dell’anno precedente, ovvero l’Udinese, sta completamente demolendo il proprio organico.

I bianconeri di Udine, indicati a ragione come modello virtuoso di sviluppo, perché fucina di grandi giocatori e buon gioco, ed anche di buoni risultati economici, si stanno liberando di moltissimi titolari della stagione appena trascorsa: Handanovic, Pazienza, Asamoah, Isla, Armero…

…e l’anno scorso avevano già venduto un attaccante cileno fortissimo, Sanchez, in cambio di una Barça di soldi. Sembrava quella una normale operazione in stile Udinese. Invece, a parere di chi scrive, non lo è stata.

Per chi non lo sapesse, la famiglia Pozzo, proprietaria dell’Udinese, possiede anche altre squadre: il Granada in Spagna ed il Watford in Inghilterra.

Ecco. Torje e Floro Flores nelle ultime settimane sono già passati dal Friuli all’Andalusia, ed Abdi, altro giocatore dell’Udinese, sembra prossimo all’approdo in Inghilterra.

Delocalizzazione pallonara.

Gino Pozzo, anni fa, quando cominciò a trattare l’acquisto di un club straniero, diede una buona motivazione: l’Udinese aveva grandi talent scout, capaci di trovare tantissimi ottimi giovani, ben più di quelli che il solo Udinese potesse tesserare e gestire. Giusto al 100%.

Ora però l’Udinese sta vendendo anche i propri prospetti, prima ancora di averli valorizzati con la propria maglia: Cuadrado, ala formidabile prestata al Lecce la scorsa stagione, l’anno prossimo giocherà a Firenze, o forse a Catania. E non sgropperà mai sul prato dello Stadio Friuli.

Frase fatta di Andrea Giunchi: secondo me i Pozzo finanzieranno l’acquisto del Watford vendendo qualche giocatore dell’Udinese.

Ecco cosa significa “ridimensionamento”: ridurre i propri obiettivi sportivi, vendere i propri giocatori ed incassare in fretta, allo scopo di dedicare tali risorse ad altre attività, anche extracalcistiche, più remunerative.

Andrea Giunchi


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