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A quanto pare i segnali di guerra ci sono tutti. Durerà tre giorni: giovedì, venerdì e sabato……la domenica no, la domenica si va in chiesa a legittimare il crimine. Quelle mani giunte in preghiera saranno lorde di sangue, ma si pregherà quel dio, gli si dedicheranno le migliaia di vittime innocenti dello “scopo umanitario”. E ci si farà benedire, si sarà perdonati per qualche bugia necessaria per arrivare allo scopo, perché ci sono dei popoli talmente testardi che non capiscono la “democrazia occidentale” e per imporgli quel modello che regala tanto benessere e tanta indipendenza all’occidente non c’è purtroppo altro mezzo che rubare risorse e terre, distruggere e disgregare. Così che qualcuno è “costretto”, malgrado sé stesso, a decidere la vita e la morte di persone e di nazioni per mandare avanti il progetto di dominio imperiale. E per accomunare questa sua “investitura” chiama a raccolta quelli che chiama i suoi alleati, quelli che sono stati colonizzati prima e ne stanno godendo i benefici e che, per gratitudine, si adeguano.
Prendo a prestito la conclusione di questa amara ironia:
"Poveri noi, miseri noi, branco di servi. Non valiamo l’alluce di un combattente siriano. Non conosciamo più il significato di dignità, onestà, libertà e indipendenza. Mentre siriani grandi e piccoli, profughi e combattenti, rischiano la loro vita ed il Mediterraneo tutto sta per incendiarsi rischiando di coinvolgerci in una guerra dagli esiti terribili, noi ci giriamo dall’altra parte, fingendo di non vedere né sapere, sguazzando disgustosamente nel gossip ferragostano e nella merda della solita politica accattona, inutile, depistante e distraente. Dove sono gli uomini liberi? Dov’è un politico con un briciolo di dignità, non miserevole e meschino, che urli all’immane delitto che si sta per perpetrare ai danni di uomini e donne innocenti?"
Se volete leggere, Sebastiano Nino Frezza racconta tutti i giorni quello che succede in Siria.
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