Magazine Diario personale

La donna che parlava ai ccciovani

Da Giovanna @giovanna_rai
Ho parlato ai cciovani.
Nel senso che ho parlato in una scuola delle mie esperienze a cciovani interessati al volontariato, alla cooperazione, ecc.
A morire di fame, riassumendo.
E quindi hanno chiamato me in quanto esperta del settore.
Comunque quando me lo hanno proposto il primo pensiero è stato maturo, adulto e profondo: cazzo mi metto?
E sì. Non fate i fighi voi, lo sapete, gli adolescenti sono dei MOSTRI.
Essi sanno, essi vedono, essi notano tutto e ogni dettaglio errato.
Quindi ho chiesto consiglio.
17-18enni maschi? Sappiate che il mondo vi ritiene in perenne calore e suggeriva di venire in minigonna. Io vi pensavo solo mostri, laggente vi immagina tipo cani attaccati al piede del tavolo.
Siatene fieri.
La metà degli uomini mi ha risposto "mezza nuda", questo a riprova che rimanete in calore anche crescendo.
L'unica che mi ha dato un consiglio sensato, a parte un'amica, è mia cugina 15enne, in quanto rappresentante VERA dei giovani.
Non come noi che andiamo a pattinare per mostrare gioventù e poi andiamo a svernare dal fisioterapisata.
Il secondo pensiero è stato: bello, indottrinerò i giovani e lo farò.... senza un dente.
Menchia.
Dentista? Ma non potevi aspettare? (è sempre quel dente, la storia infinita che invece del cane volante, nella mia fantasia ha uno scovolino da dentista).
Poi m'è venuta l'ansia. E se mi emoziono e balbetto? E se NON mi emoziono e li ammazzo con la logorrea? E se mi odiano?  E se vogliono sapere se è vero quel che si dice intorno ai neri? che sono i più dotati della virtù meno apparente, di tutte le virtù la più indeceeeeeente?.
Mi sentivo come Napolo quando prepara il discorso alla nazione.
Però senza gli 8mila euro in più sullo stipend, in più.
Quindi ho iniziato a pensare: come si inizia?
"Italianiiii...". No niente l'hanno già usato.
"Fratelli e sorelle..." Pure questo.
Sono uscita da casa con 9 ore di anticipo e per iniziare col piede giusto MI SONO PERSA.
Insomma non trovavo la scuola, ma non è colpa mia.
E ho iniziato proprio così, dicendoglielo, in modo da abbassare le loro aspettative.
Se li convincevo che ero demente, sarebbero rimasti soddisfatti a prescindere.
Davanti la porta ho pensato "quanti saranno 18-19? ormai la scuola non è + di moda".
QUARANTA.
Volevo morire.
So che chi ha parlato prima di me era emozionatissima e, accortasi che un'adolescente le fissava le scarpe, ha iniziato a nascondere i piedi.
Io invece ero un tutt'uno col muro, ero mezza cretina e mezza muro, mi dava sicurezza.
Perchè siamo professioniste noi.
Comunque i ragazzi mi hanno ascoltata sul serio, non mi è nemmeno venuto un infarto, io mi sono pure emozionata mentre ricordavo esperienze varie, li ho fatti ridere con qualche figura di merd aneddoto sulle incomprensioni linguistiche e mi hanno fatto un sacco di domande.
Buon segno.
O magari non avevano capito niente.
Mi sono emozionata, erano così carini, interessati ad un lavoro così bello, lì dalle 14 alle 16 volontariamente, qualcuno si amava, qualcun'altro mancava poco limonasse, qualcuno magari farà questo lavoro, ma erano lì ad ascoltarci, a sentire dell'Africa, ad ascoltare una che s'è persa prima di arrivare.
Quindi riassumendo: non solo i nani, non solo gli gnomi, pure gli adolescenti.
Conquisterò il mondo.
La donna che parlava ai ccciovani

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