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LA DONNA CHE SBATTEVA NELLE PORTE - di Roddy Doyle

Creato il 05 marzo 2013 da Ilibri
LA DONNA CHE SBATTEVA NELLE PORTE - di Roddy Doyle LA DONNA CHE SBATTEVA NELLE PORTE - di Roddy Doyle

Titolo: La donna che sbatteva nelle porte
Autore: Roddy Doyle
Editore: Guanda
Anno: 2000

All'età di 37 anni
si rese conto che non sarebbe mai
passata per Parigi
in un'auto sportiva
col vento tiepido che le soffiava tra i capelli

Inizia con questa citazione di Shel Silversten lo sconcertante romanzo di Roddy Doyle, che nella storia di Paula Spencer ci consegna un mondo crudo e spoglio e a malapena riscattato.

Paula Spencer ci parla subito del marito ucciso dalla polizia dopo aver ammazzato una donna. E le sue parole sono un tentativo confuso di ricostruire con esattezza la propria vita.

Paula era brava, alle elementari, specialmente per le storie. Crescendo, viene invece consegnata al suo destino di ragazza disagiata e per questo necessariamente scema, di ragazza carina e per questo necessariamente troia. Il tutto senza una ragione precisa: se crescevi troppo in fretta. Se camminavi in modo provocante; se ti lavavi i capelli, o se ce li avevi sporchi.

Poi, l'incontro con Charlo, un amore a prima vista, un amore forte, folle e delirante che va di pari passo con le percosse, i denti rotti, l'alcolismo, i figli tirati su con fatica, a volte trattenendo il respiro, più spesso illudendosi, tanto è facile farlo arrabbiare, se stavo zitta. O se parlavo. Se lo guardavo. Se non lo guardavo. Eppure, lei lo ama...

Paula litiga sempre con la sorella maggiore, Carmel. Quasi la odia. Carmel la contraddice sempre, quando parlano della loro infanzia. Perché Paula ha dei ricordi tutti suoi e a Carmel non piace Charlo.

Finché un giorno, senza capelli, senza denti, stanca, piena di cicatrici e bruciature sul corpo e nel cuore, Paula dice a Charlo: "Fattelo da solo, il tuo tè del cazzo".

Finché un giorno, all'improvviso, Paula vede lo sguardo di Charlo posarsi su Nicky, la loro figlia maggiore.

Uno stile asciutto, lucido, seppur nella confusione di una mente annebbiata. Un linguaggio adeguato, che sa essere squallido e anche romantico. Una storia che ci costringe a guardare in faccia la paura e la violenza, che ci spinge quasi a dire a Paula, come fa Carmel: "Lascialo!".

  

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